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L'omicidio di Roberta Ragusa

Ragusa, il figlio di Roberta si schiera con il padre: “È innocente”

Il figlio di Roberta Ragusa e Antonio Logli ha depositato una memoria in difesa del padre: “È innocente non sarebbe stato capace di uccidere mia madre né di sopportarne il peso”.
A cura di Angela Marino
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Per il figlio di Roberta Ragusa, Antonio Logli, suo padre è innocente. A pochi giorni dal processo d'appello per l'omicidio dell'imprenditrice toscana che vede suo padre condannato a 20 anni, Daniele Logli, il primogenito dei tre figli della coppia, ha depositato presso il tribunale una memoria scritta per suo conto dall'avvocato Beatrice Vespri. "Il signor Daniele Logli – si legge nel documento – ieri come oggi vive nella certezza che il padre Antonio non abbia commesso i fatti attribuitigli. È ferma convinzione del figlio che il padre non ne ebbe e non ne ha la capacità. Non avrebbe mai potuto porli in essere ne sopportarne, così a lungo, le conseguenze e il peso. Dunque Daniele si dichiara certo che il padre è innocente e afferma di voler essere presente al processo per vederlo prosciolto".  Maria Ragusa, la cugina di Roberta che in questi anni si è fatta portavoce della famiglia, ha espresso la sua amarezza per la presa di posizione del nipote, sebbene, come ha precisato ne comprenda le ragioni. 

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Roberta Ragusa è scomparsa il 13 gennaio 2012, da Gello di San Giuliano Terme (Pisa). Da allora il marito Antonio è finito in cima alla lista dei sospettati fino all'incriminazione per omicidio e occultamento di cadavere. Alcune intercettazioni rivelarono l'esistenza di una relazione extraconiugale con la babysitter dei figli, Sara Calzolaio, attuale compagna del Logli. Dalle indagini è emerso come il rapporto tra marito e moglie fosse diventato conflittuale al punto che Roberta aveva espresso la propria insoddisfazione anche alle persone vicine. Fondamentale nel caso la testimonianza di Loris Gozi, un giostraio che ha dichiarato di aver visto Antonio e Roberta litigare la sera della scomparsa della donna. Il suo corpo, tuttavia, non è mai stato trovato. Negli ultimi sei anni Antonio Logli si è sempre professato innocente sostenendo la tesi dell'allontanamento volontario.

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