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Quattro tipi di persone false

Perché è importante riconoscere i diversi tipi di falsità e come farlo con le parole giuste.
A cura di Giorgio Moretti
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«Certo che Tizio è davvero falso», «Mmm, non mi fido, lei è una persona falsa», «Sembra amichevole, invece è falso».
Attribuire a una persona la qualità di ‘falso' è piuttosto curioso. Una persona non è un'affermazione che può essere vera o no. Però ci può essere uno scollamento fra interno ed esterno, fra le sue azioni e i suoi pensieri, un tipo di incoerenza che copre intenzioni profonde e autentiche con pose, finzioni, artifici.

Si vede subito che il concetto è gigantesco, e può comprendere sia chi credevi amico e ti pugnala alle spalle per denaro, sia il nipotino che ti dice di non preoccuparti perché lui ama la pasta scotta, sia il fidanzato che ti tradisce di nascosto, sia chi ti dà buca dandosi malato all'ultimo minuto. Il profilo della falsità è cangiante, e abbraccia il bene e il male, molte azioni diverse con diversi moventi. Perciò è saggio non affibbiare questo termine alle persone: perché per quanto sia suggestivo è troppo generico, e non permette di scegliere senza equivoci una sfumatura fra Giuda e la gentilezza. Molto meglio cercare di capire che razza di falso è, e scegliere la parola più esatta. Ne vediamo quattro specie: in realtà ce ne sarebbero decine da osservare, ma questi sono fra i rami principali.

Ipocrita

In greco l'hypokrités è l'attore. Così l'ipocrita regge una parte nella vita vera: di scena in scena finge, si mostra diverso da ciò che intimamente è, da ciò che realmente crede e vuole.
La conoscente che ci saluta con grande calore salvo poi parlar male di noi alle nostre spalle è ipocrita; è ipocrita il politico che combatte una pretesa battaglia di civiltà per mero interesse personale; siamo ipocriti quando bacchettiamo platealmente chi non fa bene la raccolta differenziata e poi buttiamo le cicche a terra.
Probabilmente è il caso più vasto e ricorrente di falso, e ha molte specie, come doppiogiochisti, traditori, bigotti, simulatori.

Bugiardo

Questo è più specifico, e descrive quel falso che sceglie il veicolo delle parole. Può bastare un sorriso per essere ipocriti, ma per essere bugiardi serve la lingua, serve una proposizione falsa: ci riporta vicini al falso logico. Può essere bugiardo chi mente su dove era ieri sera, bugiardo il bambino che si scagiona con una fantasiosa ricostruzione dei fatti, bugiardo l'amico che ci racconta una menzogna sul perché non c'era nel momento del bisogno. Intorno al bugiardo il menzognero, l'ingannatore.

Fasullo

Spesso la finzione del falso è volta a mostrare una sostanza che non c'è. Se è finzione la recitazione dell'attore, è finzione anche la scenografia, il costume – e tale è il fasullo. Un falso inconsistente, perfino illegittimo. Fasulla la carriera o la nobiltà millantata per mettere in soggezione, fasulle le ricchezze ostentate per piacere ed essere ammirati, fasullo l'interesse mostrato solo per circuire. Fratello dell'illusorio, dell'artefatto.

Cortese

Nella cortesia, nel garbo, esiste sempre una componente di schermo, di finzione lusinghiera. C'è dell'ipocrisia nell'apprezzare un piatto cucinato male, c'è della menzogna nel "Grazie, non dovevi!", c'è del fasullo nelle formule di saluto. Però sono falsità non solo innocue, ma civili. E proprio per rendere ragione della bontà del falso che è cortese, gentile, garbato, è bene specificare i nostri giudizi.

Insomma, la prossima volta che sentiamo parlare di una ‘persona falsa' domandiamoci: falsa in che senso? E rispondiamo con una parola.

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Nato nel 1989, fiorentino. Giurista e scrittore gioviale. Co-fondatore del sito “Una parola al giorno”, dal 2010 faccio divulgazione linguistica online. Con Edoardo Lombardi Vallauri ho pubblicato il libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015).
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