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Temi svolti Maturità 2014: Tipologia D – tema generale (Renzo Piano)

In collaborazione con Studentville ecco lo svolgimento del tema generale tratto dalla riflessione dell’architetto Renzo Piano sulle periferie e l’Italia “straordinaria e fragile”
A cura di Redazione
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In collaborazione con Studentville, ecco lo svolgimento della traccia della Prima Prova Maturità 2014: Tipologia D – tema generale svolto, relativa al periodo tratto da un intervento sul Sole 24 Ore dell'architetto genovese Renzo Piano sulle periferie e sulle contraddizioni nell'Italia "straordinaria e facile".

Maturità 2014, Tipologia D, tema generale svolto sulla riflessione di Renzo Piano

“Siamo un Paese straordinario ma fragile…” così definisce Renzo Piano l’Italia, nel suo discorso “Il rammendo delle periferie”. Quanto è straordinaria e fragile, allo stesso tempo l’Italia? Quante contraddizioni sono presenti nel nostro Paese?
L’Italia la si ama e la si odia, allo stesso tempo; la si ama perché è uno dei Paesi più belli del Mondo, ha un retaggio culturale da fare invidia a chiunque altro, è ricca di luoghi e paesaggi meravigliosi. Ma allo stesso tempo la si odia perché non dà abbastanza a chi la vive e a chi la vorrebbe amare ancora di più di quanto già non la ami.
Renzo Piano, nel suo discorso, parla delle periferie della nostra Italia. Secondo l’architetto e senatore a vita, le periferie sono il futuro del nostro Paese. Sono quelli i veri luoghi vitali, sono quelli i luoghi dove far nascere le nuove città, coltivare i nuovi talenti; degradate e abbandonate a se stesse, le periferie italiane nascondono talenti e culture varie, posseggono umanità e calore. È proprio lì, nelle periferie, che dovrebbero nascere ospedali, cinema, teatri, luoghi di aggregazione, università.
Perché continuare a costruire palazzoni, scavare parcheggi, versare incondizionatamente cemento?

Tema svolto: la rivalutazione delle periferie per Renzo Piano

Le periferie devono essere rivalutate, in tutto e per tutto: “fisicamente”, modificando le loro strutture e ripulendo gli spazi, e “mentalmente”, rivalutando gli abitanti che ogni giorno vivono le periferie, dentro le periferie; non è gente ignorante, non è gente priva di intelligenza. Vi abitano talenti, vi abitano ragazzi pieni di vita che, a causa del degrado, vorrebbero uscire da quei luoghi e costruirsi un’altra vita altrove. Ma perché, per vivere bene, per vivere meglio, bisogna abbandonare il luogo in cui si è nati e cresciuti?
Le periferie hanno bisogno di nuova linfa vitale, hanno bisogno di una forte carica di positività e di energia e questa forte carica di positività e di energia non può che venire solo e soltanto dalle giovani menti che le abitano, che le vivono e che le amano, le periferie.
Renzo Piano, nel discorso “Il rammendo delle periferie” afferma: “Nelle periferie non bisogna distruggere, ma trasformare”. Non bisogna demolire ma “curare” gli edifici, migliorare il loro aspetto. Gli stessi abitanti delle periferie potrebbero e dovrebbero contribuire personalmente alla ricostruzione dei loro quartieri, delle loro case, dei loro “luoghi vitali”. E’ giunto il momento di utilizzare nuove tecnologie, nuove fonti di energia: i pannelli solari e l’energia eolica sono le frontiere del futuro. E’ possibile diminuire l’inquinamento con il “car sharing” e quindi perché non ampliare il servizio? Perché non migliorare i trasporti? Solo così l’Italia può migliorare, l’Italia può assumere un aspetto migliore.
Renzo Piano conclude il suo discorso invitando i giovani a viaggiare, per poi ritornare in Italia perché viaggiare, secondo Piano, serve a tre cose fondamentali: per prima cosa, viaggiare serve a conoscere ed imparare nuove lingue; per seconda cosa, viaggiare serve a capire che differenze e diversità non sono un ostacolo ma una ricchezza ed un incoraggiamento ad andare avanti. Terza cosa: l’Italia è un Paese bellissimo e chi ci è nato può e deve ritenersi fortunato ma non deve, per nessuna ragione al mondo, assuefarsi alla sua bellezza, ai suoi paesaggi. Rischierebbe di viverla senza amarla più; chi è nato in Italia non può dimenticarsi dell’arte, della cultura e delle tradizioni che hanno reso questo Paese cio che è. Serve forza di volontà, speranza e amore per la propria terra, per la propria Patria perché l’Italia può dare ancora tanto ai giovani italiani.

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