“Prevedere pedoni in autostrada è impossibile”, assolto dopo aver investito e ucciso una donna
Quando si guida in autostrada è impossibile per l'automobilista prevedere la possibilità di trovarsi di fronte un pedone che cammina al centro della carreggiata. Con questa motivazione la Corte di Cassazione ha assolto in via definitiva dall'accusa di omicidio colposo un automobilista sessantenne che, guidando in autostrada, aveva travolto e ucciso una donna che si era trovato improvvisamente davanti. I fatti risalgono a diversi anni fa quando l'uomo, mentre percorreva di notte la A26 Genova – Gravellona Toce, si ritrovò di fronte una donna che era scesa da una vettura e si era messa a camminare al centro della carreggiata . All'uomo la Procura di Vercelli aveva contestato il reato di omicidio colposo perché, secondo i pm, "procedeva ad una velocità che, pure se rispettosa dei limiti cinetici in vigore nel tratto autostradale, in concreto tale da non consentirgli di arrestare l’auto entro il campo di visibilità delimitato dalla profondità dei fari anabbaglianti".
Una tesi non accolta dalla suprema corte secondo la quale invece "è inesigibile una attenzione del conducente spinta al punto da scandagliare ogni angolo del tratto percorso alla verifica della eventuale presenza di pedoni, sulla cui assenza egli ha invece motivo di fare pieno affidamento" quando si trova sull'autostrada e rispetta i limiti di velocità. In pratica per i giudici non si può imporre a chi già rispetta i limiti di velocità di tenere una guida ancora più prudente nell'ipotesi che possa avvenire un evento che normalmente non è atteso su un'autostrada.
Gli stessi giudici della Quarta sezione penale della Cassazione sottolineano infatti che la circolazione autostradale "è caratterizzata dalla velocità del traffico che ne costituisce l’essenza", per questo la presenza di un pedone "nel centro della carreggiata, nella propria corsia di marcia, non può considerarsi circostanza prevedibile, essendovi un assoluto e comunemente rispettato divieto di attraversamento della sede autostradale". Del resto, concludono gli ermellini, è "evidente che qualora si imponesse al conducente di decelerare alla semplice vista del pedone ne risulterebbe gravemente compromessa la stessa circolazione e la sicurezza degli automobilisti, costretti a confrontarsi con un improvviso arresto di una vettura che procede a velocità elevata".