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Crollo ponte Morandi a Genova

Ponte Morandi, Toninelli: “Non sarà il governo a decidere chi lo ricostruisce”

Non sarà il governo a decidere chi ricostruirà il Ponte Morandi di Genova, crollato lo scorso 14 agosto. La scelta spetterà al commissario straordinario che verrà nominato nei prossimi giorni. A spiegarlo è il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli: “Voglio evidenziare che il governo non interviene direttamente nella scelta del contraente, ma pone al Commissario precisi paletti normativi”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo oltre un mese di annunci sulla ricostruzione del Ponte Morandi di Genova, dal governo oggi arriva un piccolo passo indietro. Se, finora, l’esecutivo aveva assicurato che Autostrade per l’Italia non avrebbe partecipato alla ricostruzione, questa certezza inizia a vacillare dopo le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, il quale – rispondendo alle interrogazioni alla Camera – ha ammesso che non spetta al governo il compito di decidere chi sarà a ricostruire, ma al commissario straordinario che verrà nominato dallo stesso esecutivo dopo la promulgazione del decreto Genova. Il commissario potrebbe effettivamente decidere di seguire i suggerimenti del governo, non concedendo ad Autostrade per l’Italia di partecipare alla ricostruzione. Ma non è vincolato a seguire questa indicazione.

Oggi Toninelli ha spiegato: “Voglio evidenziare che il governo non interviene direttamente nella scelta del contraente, ma pone al Commissario precisi paletti normativi, quantomeno per evitare che la scelta determini indebiti vantaggi competitivi nel sistema delle concessioni autostradali. Anche il requisito delle attestazioni SOA verrà in concreto esaminato e risolto dal Commissario nell’alveo del quadro normativo di riferimento”.

Toninelli ha spiegato che il commissario straordinarioavrà il compito di porre in essere ogni azione necessaria per affidare i lavori necessari al ripristino del sistema viario colpito dal crollo di quel tratto dell’autostrada A10”. Ma “le attività indispensabili per la ricostruzione non potranno che seguire al dissequestro dell’area. Ricordo infatti che ad oggi l’area in questione è ancora sotto sequestro da parte della procura ed oggetto di incidente probatorio. I lavori per la ricostruzione del ponte, pur volendo, non potrebbero pertanto partire oggi, se non pregiudicando gli esiti dell’indagine penale”. I lavori, dunque, non potranno iniziare fino a che l’area non verrà dissequestrata. Inoltre, Toninelli ha sottolineato che la questione della revoca delle concessioni autostradali non riguarda il decreto Genova che dovrebbe essere pubblicato a breve, dopo il caso delle mancate coperture contestate dalla Ragioneria dello Stato.

La replica di Lupi: ‘Toninelli o ignorante o in malafede’

A replicare, dopo le parole di Toninelli, è l’ex ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: “Non siamo soddisfatti – afferma – perché lei o è ignorante o è in malafede. Fincantieri non può realizzare il ponte in meno di un anno come aveva detto, aspetteremo che il commissario deciderà”. E spiega il perché della sua affermazione: “Lei è un ignorante perché sin dall’inizio ha detto che entro la fine del 2019 il ponte si sarebbe realizzato, ci sta dicendo oggi che forse arriverà in 18-20 mesi, ma lei sapeva che l’area era sotto sequestro. Se non è ignorante, e non credo lo sia, allora è in malafede. Conosceva tutte queste cose ma non ha voluto dirle per sciacallaggio cui ha detto di non appellarsi e che invece lei ha fatto per un mese e mezzo. O è ignorante o in malafede”.

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