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Zaia: “Ho sempre avuto orrore per il razzismo, sui migranti Lega vuole solo rispetto della legalità”

Il governatore del Veneto Luca Zaia, in una lunga intervista, dice di aver sempre avuto “orrore per il razzismo”, e aggiunge anche che sull’immigrazione la Lega pone “un tema di coerenza, di rispetto della dignità umana e di legalità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governatore del Veneto Luca Zaia, in un'intervista al Corriere della Sera, presenta il suo libro autobiografico ‘I pessimisti non fanno fortuna'. Ma è anche l'occasione per affrontare alcuni dei temi caldi del governo, dai migranti all'autonomia differenziata, che proprio venerdì la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto di voler rimandare, portando avanti la riforma in parallelo con il presidenzialismo.

"La Lega è antirazzista. Ed è antifascista. Il tema che poniamo sui migranti è un tema di coerenza, di rispetto della dignità umana e di legalità", risponde così a una domanda sulle posizioni del suo partito e dei Salvini sui migranti. Il presidente del Veneto racconta che fin da bambino ha sempre avuto "orrore per il razzismo", e quando il giornalista gli fa notare che non sembra la politica della Lega il governatore replica ricordando che "Il Veneto è terra dove l'accoglienza è un faro, dove il modello di integrazione è sotto gli occhi di tutti, ma è anche una comunità che chiede il rigoroso rispetto delle regole".

A proposito di un capitolo del suo libro ‘Non è un paese per giovani', Zaia invita anche a non rassegnarsi all'emigrazione. "All'estero – spiega – i ragazzi devono andarci per scelta, non per necessita'. Purtroppo, le politiche a favore dei giovani cozzano spesso con il consenso, in un Paese dove gran parte degli elettori sono adulti".

E sui diritti suggerisce alla sua parte politica a non lasciare alla sinistra i temi dell'etica e del fine vita: "La politica deve tutelare la libera scelta, garantendo comunque ogni forma di sostegno sanitario, psicologico ed economico alle persone malate. Non dobbiamo giudicare, ma saper rispettare". Inoltre, sottolinea "non possiamo parlare dell'omosessualità come se fosse un problema. Vuol dire essere fuori dalla storia. La politica deve garantire le libertà e i diritti, non limitarli o reprimerli".

Ma il rapporto con Matteo Salvini, assicura, è tutt'altro che conflittuale, e sull'autonomia dice: "È da sempre la ragione sociale della Lega. Finiamola con il definirla "secessione dei ricchi". Non toglie nulla a nessuno; avvicina le istituzioni alla gente". "Sono da sempre convinto che la Lega debba occupare il centro dello schieramento politico", insiste.

Giorgia Meloni? "Determinata, competente, cosciente della responsabilità che le abbiamo affidato. Siamo stati ministri insieme. E' importante che ci sia una donna a Palazzo Chigi: è stato un percorso lungo, compiuto grazie a persone come Tina Anselmi, Nilde lotti, Rita Levi Montalcini. Giorgia Meloni ha una forte personalità. Il momento storico è, purtroppo, unico. Due cigni neri – il Covid e la guerra – richiedono scelte forti per tempi davvero complicati".

La chiusura dell'intervista è proprio sul conflitto in Ucraina. Come se ne esce? "Tenendo duro sulle sanzioni. Continuando ad aiutare l'Ucraina, che altrimenti sarebbe schiacciata. Ma anche rilanciando l'azione diplomatica, oggi ancora insufficiente". 

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