Vito Crimi cita Pertini, la Fondazione Sandro Pertini: “Parla a vanvera”

Il senatore del M5S Vito Crimi fa arrabbiare la Fondazione Sandro Pertini. Come rivela Giornalettismo, il tutto è iniziato con un post del parlamentare a cinque stelle su facebook in cui Crimi, per giustificare i toni usati dai deputati del Movimento Cinque Stelle durante e dopo l'approvazione del decreto Imu Bankitalia, ha chiamato in causa addirittura l'ex Presidente della Repubblica. "Lei non è un presidente, è una carogna è un porco" è il titolo del post di Crimi con la foto dell'ex Presidente in cui viene spiegato: "Se pensate che a parlare sia un grillino fascista, squadrista, un assalitore, un kamikaze della guerra di Grillo al parlamento, vi state sbagliando. È un tale Sandro Pertini, non proprio un balilla". "Con quelle parole, nel marzo del 1953, si rivolgeva al presidente del Senato Meuccio Ruini, in occasione dell'approvazione – dopo 70 ore di seduta e una rissa di 40 minuti – della cosiddetta Legge truffa, la legge elettorale" sottolinea ancora Crimi, invitando a leggere un passaggio del discorso che Pertini tenne in Aula. Un accostamento che però non è piaciuto alla Fondazione Sandro Pertini che ha il compito di difendere la memoria e la storia dell'ex Presidente.
Sempre con un post su facebook, la Fondazione si rivolge direttamente a Crimi con un messaggio polemico. "Cittadino Crimi, avevamo già avuto l'impressione che parlasse a vanvera in passato, ma non compete alla Fondazione Sandro Pertini entrare nell'agone politico, e poiché la Fondazione è libera da pregiudizi, ha lasciato ogni questione al campo dei protagonisti della politica" si legge infatti nel post, che prosegue: "E' capitato più volte che la politica dei politici si trovasse in difficoltà. Ecco allora, alla bisogna, che compare il nome di Pertini. Oggi Crimi, attribuisce disinvoltamente parole a Sandro Pertini, che sono lontane dalla cultura delle istituzioni che egli aveva. Non che Sandro Pertini le mandasse a dire, ma la lotta, anche la più dura era da lui sempre coniugata alla finezza di un ragionamento". "Le battaglie politiche possono essere aspre, dure, richiamare la piazza che è espressione delle libertà di una democrazia matura, ma le sceneggiate portate avanti da bifolchi dalla testa vuota sono l'ultima delle esigenze del Paese. Crimi veda di chiamarci al telefono! Dobbiamo parlare. Lei deve delle spiegazioni" conclude la Fondazione.