Visite sospette in carcere a Cuffaro: indagati parlamentari nazionali, europei e siciliani

La  condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra di Salvatore Cuffaro, anche detto Totò, ex presidente della Regione Sicilia, non è abbastanza evidentemente perché l'ex governatore non venga ritenuto un punto di riferimento politico di prima grandezza: per questo 41 persone, tra politici nazionali e siciliani, professionisti, dirigenti ed amici, sarebbero stati disposti a fare carte false per incontrarlo nel carcere di Rebibbia, dove Cuffaro sta scontando una pena a 7 anni di carcere. Il sistema ideato per organizzare gli incontri era piuttosto semplice e sfruttava le possibilità concesse dalla legge ai parlamentari nazionali ed europei, che possono accedere negli istituti penitenziari insieme ad un accompagnatore. Ebbene, in molti si sarebbero spacciati per "collaboratori" degli onorevoli così da evitare l'obbligo di presentare la richiesta di colloquio altrimenti necessaria per incontrare un detenuto. I parlamentari, infatti, hanno la possibilità di usufruire di una "corsia preferenziale"recandosi in carcere ogni volta che lo desiderano.

Tra le 41 persone che hanno ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ci sono soprattutto parlamentari ed ex parlamentari, tra i quali volti di primo piano come gli ex ministri Calogero Mannino e Saverio Romani, oppure il sottosegretario Simona Vicari. Ma l'elenco è lungo e conta anche altri volti noti della politica siciliana.

Salvatore Cuffaro è detenuto nel carcere di Rebibbia dal gennaio del 2011 dopo la sentenza della Cassazione che rese definitiva la condanna per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Le visite in carcere all'ex governatore cominciarono quasi subito: sovente i parlamentari regionali siciliani si spacciavano per accompagnatori dei colleghi onorevoli nazionali o europei, che potevano contare su condizioni favorevoli per organizzare gli incontri.