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Riforme, Renzi vede Napolitano: “chiudiamo tra dicembre e gennaio”

All’indomani del voto sul Jobs Act alla Camera il Presidente del Consiglio ha incontrato Giorgio Napolitano. “Faremo le riforme molto rapidamente, tra dicembre e gennaio si chiude”, ha detto il premier ai microfoni del Tg1.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO – Renzi dopo l'incontro: Riforme? Chiudiamo tra dicembre e gennaio –  “Andremo velocissimi”. Sono le parole di Matteo Renzi in merito al percorso di riforme. Dopo l'incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Matteo Renzi è stato intervistato al Tg1. “Andremo molto rapidamente per rendere l'Italia più semplice ed efficiente con meno politici, riduzione dei poteri delle Regioni e una legge elettorale senza più confusione. Su questo siamo ad passo dalla chiusura e tra dicembre e gennaio chiudiamo”. Così il Presidente del Consiglio sulle reti nazionali. Sui tempi della chiusura della riforma si è discusso molto in capigruppo sulla. Il Pd aveva chiesto il 10 dicembre come data dell'approdo in aula delle riforme  costituzionali, invece le opposizioni gennaio. La presidente Laura Boldrini ha deciso come mediazione la data del 16 dicembre. M5s fa sapere che FI non si è espressa. “Siamo a un passo sulla chiusura: se riusciremo a farle arriveremo alla fine della legislatura". Quindi blinda ancora una volta il Patto del Nazareno con Forza Italia: "Con noi hanno fatto un accordo sulle regole del gioco: in casa loro scelgono chi vogliono come leader", dice rispondendo alla domanda sul nuovo asse Berlusconi-Salvini.

Una nota del Quirinale ha commentato brevemente l'incontro avuto stamattina dal Presidente della Repubblica con Matteo Renzi, alla presenza del ministro Boschi. Il vertice si è tenuto all'indomani dell'approvazione del Jobs Act da parte della Camera dei Deputati. "Il governo considera possibile e condivisibile con un ampio arco di forze politiche" l'iter parlamentare delle leggi elettorale e costituzionale. Si tratta di "un percorso che tiene conto di preoccupazioni delle diverse forze politiche". "Durante il colloquio di stamattina – spiega ancora nella nota – è stato ampiamente esposto il percorso che il governo considera possibile per quello che riguarda l'iter parlamentare dei due provvedimenti fondamentali già a uno stato avanzato di esame i quali sono incardinati per la seconda lettura. Un percorso che tiene conto di preoccupazioni delle diverse forze politiche, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra legislazione elettorale e riforme costituzionali".

L'incontro tra Matteo Renzi e Giorgio Napolitano si è tenuto all'indomani del voto alla Camera sul Jobs Act. Voto che ha fatto emergere, almeno sulla riforma del lavoro, non poche difficoltà in seno al partito democratico. I "no" nel partito di Renzi sono infatti stati 29, esplicitati anche con un comunicato stampa: "Alla fine di una discussione seria non possiamo votare contro i diritti di chi lavora e di chi un lavoro lo cerca”. Il documento è firmato da Roberta Agostini, Tea Albini, Ileana Argentin, Rosy Bindi, Massimo Bray, Francesco Boccia, Marco Carra, Angelo Capodicasa, Susanna Cenni, Eleonora Cimbro, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Gianni Farina, Stefano Fassina, Paolo Fontanelli, Filippo Fossati, Carlo Galli, Monica Gregori, Maria Iacono, Francesco Laforgia, Gianna Malisani, Margherita Miotto, Michela Marzano, Michele Mognato, Barbara Pollastrini, Maria Grazia Rocchi, Alessandra Terrosi, Giuseppe Zappulla, Davide Zoggia.

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