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Elezioni Regionali 2025

Regionali, Verini (Pd) a Fanpage: “Lite nel campo largo? Nessun pregiudizio su candidati Avs, scelti i migliori”

Walter Verini, senatore del Pd, risponde a Fanpage.it commentando la polemica sollevata da Alleanza Verdi-Sinistra per la gestione delle elezione regionale, e in generale sui rapporti di potere nella coalizione con Pd e M5s. E sul caso Puglia: “Da Emiliano e Vendola mi aspetto atto di generosità verso Decaro”.
A cura di Luca Pons
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Le elezioni regionali dell'autunno 2025 stanno creando tensioni e divisioni nel ‘campo largo', o almeno nella coalizione tra Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. In particolare, i leader di Avs hanno sollevato il dubbio che Pd e M5s vogliano portare avanti un "dualismo" che taglia fuori e danneggia gli alleati.

Walter Verini, senatore dm e parlamentare di lungo corso, ha risposto alle domande di Fanpage.it allontanando questi dubbi: "Pd e M5s da soli non possono andare da nessuna parte se non a fare opposizione". Poi è entrato in alcune dispute specifiche, come quella in Puglia: Michele Emiliano e Nichi Vendola, ha detto dovrebbero fare un "atto di generosità" e non candidarsi. Verini ha parlato anche dell'assenza di Carlo Calenda dalla coalizione: "A volte farebbe bene a fare qualche tweet in meno e qualche colloquio ravvicinato in più".

Le tensioni nel campo largo sono partite soprattutto da Calabria e Puglia. Da una parte, alla fine correrà Tridico del M5s. Dall'altra, la disponibilità di Decaro (Pd) è ancora in bilico. Come pensa che si concluderà?

La candidatura di Decaro in Puglia è naturale. È una personalità in grado di non solo di vincere, ma soprattutto di governare bene. A Bari ha dimostrato di essere uomo di governo, con la capacità di fare sintesi tra varie forze politiche della coalizione. Una coalizione che secondo me deve stare insieme non solo in Puglia, ma ovunque.

Decaro per candidarsi chiede che nelle liste per il Consiglio comunale non ci siano né Michele Emiliano né Nichi Vendola. Un veto, quest'ultimo, che ha irritato parecchio Alleanza Verdi-Sinistra. 

Io stimo profondamente personalità che hanno segnato la storia della Puglia e, nel caso di Vendola soprattutto, della sinistra. Non ci devono essere pregiudiziali nei loro confronti. Io al loro posto forse verrei incontro all'esigenza espressa da Decaro, che credo sia comprensibilissima.

Quale esigenza?

Dover fare ogni giorno i conti con chi c'era prima può essere un peso. Nessun diktat né a Emiliano né a Vendola, ma mi aspetterei un atto di generosità da entrambi. È giusto che Decaro cammini con le proprie gambe. In ogni caso, la situazione alla fine si risolverà.

Cosa ne pensa del retroscena secondo cui Decaro sarebbe interessato, più che alla Puglia, a sfidare Elly Schlein per la segreteria del Pd?

Retroscena giornalistici estivi. Conoscendo Decaro, credo che voglia fare il presidente della Regione che ama, a cui ha dato tanto e che ha dato tanto a lui. Il resto è gossip.

La polemica poi si è allargata, sia Bonelli che Fratoianni hanno avvisato il Pd: non pensate di poterci tenere nell'alleanza se vi mettete d'accordo solo con il Movimento 5 stelle. Il rischio di un "dualismo Pd-M5" che tagli fuori Verdi e Sinistra c'è?

Il rischio di non deve esserci. Se non altro per una ragione numerica.

Cioè?

Pd e M5s insieme, se va bene, prendono tra il 30 e il 35% dei voti. Senza Verdi-Sinistra, ma anche senza +Europa, senza Azione, senza Italia viva, non si può costruire un'alternativa. In questa alleanza tutte le forze devono avere pari dignità.

Non siamo nella Prima Repubblica, non possiamo applicare schemi rigidi in base ai rapporti di forza elettorali. Bisogna prima mettersi d'accordo su cosa si vuole fare, sia a livello locale che nazionale. Altrimenti puoi fare una coalizione, spartirti le cariche, vincere le elezioni, e il giorno dopo non riesci a governare.

Accadde con il secondo governo Prodi, l'Unione nel 2006: io l'ho vissuto, la mattina i partiti approvavano una cosa e il pomeriggio andavano in piazza a protestare contro quello che avevano votato. L'esempio invece deve essere l'Ulivo del primo governo Prodi. Nacque dal basso con un programma essenziale ma condiviso.

In questa tornata di regionali, però, il centrosinistra ha scelto tre candidati dem e uno Cinque stelle (sono ancora in bilico Decaro, Pd, e Fico, M5s). È sicuro che i timori di Bonelli e Fratoianni siano infondati?

Sì. Come dicevo, Pd e M5s da soli non possono andare da nessuna parte se non a fare opposizione. Quando una delle forze della coalizione vuole candidare una propria figura in una città o una Regione, se si ritiene che sia la persona in grado di fare maggiore sintesi e di essere più competitiva in quella città o in quella Regione – o quel Paese – , allora si va su quella. Non importa se la forza in questione ha il 5% o il 20%.

Allora perché non c'è neanche un candidato di Avs?

Giani in Toscana, Decaro in Puglia, Ricci nelle Marche, Fico in Campania, Tridico in Calabria, Manildo in Veneto, sono i nomi che più credibili nei loro territori. Tanto che su di loro c'è un accordo di tutte le forze della coalizione. Bonelli e Fratoianni dicono "però anche noi in Calabria avremmo avuto…", ma la candidatura di Tridico è stata giudicata più robusta. Abbiamo proceduto senza pregiudiziali e senza arroganza.

Chi invece sarà fuori da queste alleanze è Azione. Calenda ha dato un taglio netto, dicendo che non intende sostenere i candidati M5s né quelli del Pd che "si piegano ai programmi imposti dal M5s". Difficile, così, pensare all'alleanza ampia che descriveva?

Calenda, che io stimo, spesso dà l'impressione di essere un po' ondivago. Gliel'ho consigliato personalmente: a volte farebbe bene a fare qualche tweet in meno e qualche colloquio ravvicinato in più. Se io personalmente guardo alle sue posizioni, come a quelle di Conte, di Fratoianni e Bonelli, di Renzi, trovo degli aspetti che non mi piacciono e altri che condivido. Il punto è: vogliamo, caro Calenda, lavorare con umiltà insieme agli altri per un'alternativa al governo Meloni? Invece di dire solo "Basta, me ne vado, non condivido", ci vuole pazienza e fatica, per cercare i punti in comune invece della visibilità.

Al momento però sembra quasi impossibile tenere insieme tutti i partiti dell'opposizione, alle regionali e soprattutto alle prossime elezioni.

Io apprezzo la pazienza infinita che usa la segretaria Schlein per cercare di essere "testardamente unitari", come dice lei. Questa pazienza va esercitata da tutti e verso tutti. Se poi, alla fine, restano distanze incolmabili, ciascuno farà le sue scelte. Ma adesso non c'è tempo da perdere.

In un mondo dove ci sono guerre e stragi, con una destra che sta indebolendo sia l'Italia e sia l'Europa e per dare il mondo il mano a Trump, Putin e magari al colosso cinese, c'è bisogno che le forze progressiste, tutte, nessuna esclusa, mettano da parte gli egoismi e i particolarismi. Le regionali sono una prima scadenza importantissima, da cogliere tutti insieme.

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