Vannacci manda in crisi la Lega in Toscana: il partito di Salvini crolla e cede il passo a Forza Italia

"Chi pensa che io mi fermi, non mi conosce. Chi pensa che io mi scoraggi, sbaglia". Con queste parole Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, nominato da Salvini responsabile della campagna elettorale in Toscana, commenta il magro risultato del partito nella Regione, dove ieri è stata decretata la vittoria del dem Eugenio Giani, con 13 punti di distacco dall'esponente di Fdi, Alessandro Tomasi.
"Questi sono i risultati che mi fanno andare avanti più determinato. Grazie a tutti i patrioti che hanno voluto sostenere la Lega in questa battaglia impari, noi andremo sempre avanti", ha detto in un video postato sui social, dopo il deludente risultato in Toscana. "Quando mi attaccano, riconoscono in me il ruolo di loro primo nemico. E io ne sono lusingato", ha aggiunto.
Vannacci, è un fatto assodato, non piace a buona parte della Lega, per le sue uscite estremiste, per le sue posizioni razziste – ricordiamo una settimana prima delle Regionali la sua partecipazione all'evento dell'universo remigrazionista a Livorno, in vista del Remigration Summit 2026 – e per le sue frequenti dichiarazioni sessiste. Non dimentichiamo che poco prima del voto in Toscana sono state annunciate una serie di dimissioni nella Lega, in polemica con "chi inneggia alla X Mas". È il caso di Alessandro Santini, ex capogruppo del Carroccio al Consiglio comunale di Viareggio (Lucca), Maria Domenica Pacchini, ex segretaria comunale di Viareggio, Massimiliano Baldini, consigliere regionale uscente, non ricandidato nelle liste della Lega, che ha abbandonato il partito. E ancora, il caso forse che ha fatto più rumore è quello di Ilaria Boggi, consigliera comunale a San Giuliano Terme (Pisa), molto vicina a Ceccardi, che in un'intervista a Fanpage.it ha dichiarato: "Io sono entrata in una forza politica che si chiamava Lega Salvini premier. Non nel "Mondo al contrario" di Vannacci. Mi sembra che il mondo al contrario l'abbia portato lui dentro la Lega. Non so cosa sia successo nell'ultimo periodo, ma c'è da chiedersi chi sia il vero leader della Lega". Un po' una sintesi del malcontento di tanti, soprattutto da chi, essendo molto vicino a Ceccardi non è stato ricandidato, o non è riuscito a entrare in consiglio regionale,
Già quest'estate infatti si erano registrate tensioni tra Ceccardi, ora europarlamentare e punto di riferimento del partito sul territorio, e il generale Vannacci: il motivo dello scontro è stato il "listino regionale bloccato", un'opzione facoltativa prevista dalla legge elettorale toscana, in base alla quale, in caso di assegnazione di seggi a una lista, uno o più candidati regionali (al massimo tre) vengono eletti per primi, scavalcando gli altri, per i quali un semplice conteggio delle preferenze personali. Il Pd e la Lega hanno scelto questa opzione, e in particolare il generale Vannacci, che ha coordinato la campagna elettorale, ha usato questo escamotage per ‘blindare' i suoi, mandando su tutte le furie Ceccardi, che si è vista tagliata fuori. In questo modo è riuscito a entrare solo Massimiliano Simoni, vannacciano di ferro, unico candidato eletto della Lega con il listino bloccato, che oggi all'Huffington post si giustifica così: "Se si prende il dato delle elezioni del 2020 (quando la Lega ha superato il 20%, ndr) si fa una lettura distorta. I dati che avevamo io e il generale, quando due mesi fa abbiamo deciso di metterci la faccia, davano il partito al 2,5%: non avrebbe eletto nessun consigliere. Ci siamo presi la responsabilità, per il tempo che rimaneva e il risultato ci è sfuggito per poco: puntavamo al secondo consigliere e non l’abbiamo ottenuto. La candidatura di Alessandro Tomasi, fatta così all’ultimo minuto, ha avvantaggiato solo Fratelli d’Italia". E ora la sensazione è che nel partito di Salvini sia il momento della resa dei conti.
Ora è vero che la Toscana risulta inespugnabile per la destra da sempre, cioè dal 1995, da quando cioè da quando si vota direttamente per i presidenti di regione, ma la Lega a questa tornata elettorale è crollata. I numeri parlano chiaro: la Lega ha preso ieri il 4,38%, con ben due punti percentuali di differenza da Forza Italia. Un risultato di certo preoccupante per Salvini, se lo si confronta con le elezioni regionali del 2020, quando il partito di Salvini, a sostegno della candidata presidente leghista Susanna Ceccardi (40,5%) prese il 21,8%. E il tonfo si vede anche confrontando il risultato di ieri con quello delle elezioni europee del 2024 (Lega al 6,2%), e con quello delle elezioni politiche del 2022 Lega al 6,6%). Il risultato è più che deludente: la Lega era il primo partito della coalizione del centrodestra nella precedente tornata elettorale in Toscama, ora è il terzo, staccato da Forza Italia che è stabile sopra il 6%. Per arrivare a un risultato così basso per la Lega bisogna tornare al 4,3% preso alle elezioni europee del 2009.