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Ponte sullo Stretto di Messina

Un altro stop al Ponte sullo Stretto di Messina dalla Corte dei Conti, Salvini: “Nessuna sorpresa”

Nuova tegola per il governo. È arrivato un altro diniego della Corte dei conti sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. La magistratura contabile ha negato il visto di legittimità al III atto aggiuntivo relativo alla convenzione tra il Mit e la società Stretto di Messina, relativa al Ponte sullo Stretto. Uno stop che arriva dopo che i giudici avevano già deciso di non registrare la delibera Cipess di approvazione del progetto definitivo dell’opera.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la bocciatura dello scorso 29 ottobre sulla delibera Cipess relativa al Piano economico-finanziario dell’opera da 13,5 miliardi di euro, una nuova doccia fredda per il governo Meloni sull'iter del ponte sullo Stretto di Messina.

La Corte dei Conti "non ha ammesso al visto" il terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il ministero dei Trasporti e la Società Stretto di Messina che regola i rapporti tra la stessa società Stretto di Messina in quanto concessionaria delle opere per il Ponte sullo Stretto e il Mit, come amministrazione concedente e vigilante. Si tratta del secondo stop in meno di un mese da parte della magistratura contabile a un provvedimento fondamentale per l’avvio dell’opera, che potrebbe riaccendere lo scontro istituzionale tra governo e magistratura.

Lo ha comunicato la stessa magistratura contabile in una nota, precisando che "le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita Deliberazione".

Perché la Corte dei Conti ha bocciato di nuovo il Ponte sullo Stretto

La decisione è stata presa al termine della camera di consiglio di oggi, 17 novembre. Le motivazioni complete, attualmente in fase di stesura, saranno quindi rese note nei prossimi 30 giorni.

"La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti, all'esito della Camera di consiglio seguita all'adunanza di oggi, 17 novembre 2025, – si legge in una nota – non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione il decreto dell'1 agosto 2025, n. 190, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, adottato ai sensi dell'articolo 2, comma 8, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, recante ‘Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria'. Approvazione III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la società Stretto di Messina spa".

L'atto aggiuntivo in questione dunque è strettamente interconnesso con la delibera di agosto del Cipess che riguardava l'assegnazione delle risorse e l'approvazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto e alla quale la Corte dei Conti aveva negato il visto di legittimità qualche settimana fa, sollevando una serie di rilievi tecnici e giuridici.

Tra i punti controversi della prima decisione dei giudici ci sono le coperture economiche, l'accuratezza delle stime sul traffico e la conformità del progetto alle normative ambientali e antisismiche. Nonostante lo scontro, il governo aveva promesso di andare avanti con la realizzazione dell'infrastruttura.

Salvini: "Resto determinato e fiducioso"

Ricordiamo che la prima bocciatura aveva scatenato una durissima reazione da parte del governo. La premier Giorgia Meloni aveva parlato di "ennesimo atto di invasione dei giudici", avvisando la magistratura dell'imminente spallata che potrebbe arrivare con il referendum sulla giustizia, che contiene la separazione delle carriere di giudici e pm.

Mentre il ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva definito la mossa una "disperata invasione di campo di una casta giudiziaria". La Corte dal canto suo aveva risposto, dicendo di essersi concentrata solo sui profili strettamente giuridici" e non sul merito dell’opera, evidenziando come "il rispetto della legittimità sia presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica".

Nonostante le criticità sollevate, il governo si era detto certo di poter rispondere punto per punto, e Salvini aveva assicurato i cantieri sarebbero partiti a febbraio, anziché a novembre. Oggi Salvini è tornato a ribadire l'intenzione di procedere con l'avvio dei lavori: "Nessuna sorpresa: è l'inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso", ha commentato il vicepremier.

Il ministero dei Trasporti in una nota ribadisce la linea di Salvini: "La mancata registrazione del decreto interministeriale che assentisce il III atto aggiuntivo del Ponte sullo Stretto arriva alla fine di un'ampia discussione svoltasi oggi innanzi alla Corte dei conti nel corso della quale è emerso, innanzitutto, il tema preliminare dell'effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna". Il ministero dunque "rimane fiducioso sulla prosecuzione dell'iter amministrativo in attesa delle motivazioni della Corte".

Cosa succede dopo il nuovo diniego della Corte dei Conti

Con questo secondo stop l'iter per la realizzazione del Ponte sullo Stretto si complica ulteriormente. Dopo la precedente bocciatura, il governo aveva già dichiarato di voler procedere comunque con la costruzione dell'infrastruttura, pianificando un'apertura dei cantieri ritardata a febbraio. Inizialmente aveva fatto capire di essere intenzionato a forzare la procedura da subito, chiedendo alla Corte dei Conti una registrazione con riserva della delibera Cipess (procedura consentita dalla legge). Poi c'è stata una parziale marcia indietro, e il governo ha preferito prendere tempo, anche perché costretto nei fatti ad attendere la pubblicazione delle motivazioni con cui i magistrati contabili avevano negato il visto di legittimità alla delibera Cipess. Solo una volta conosciute le motivazioni il governo potrà infatti chiedere alla Corte dei Conti un ‘visto con riserva' alla delibera.

Come nel caso precedente, il governo dovrà comunque attendere le motivazioni di questa nuova bocciatura per capire se i rilievi sono simili a quelli precedenti o se ne emergono di nuovi. La strada per l’esecutivo è sempre più stretta.

Il commento della società Stretto di Messina

In riferimento alla decisione della Sezione centrale di controllo di legittimità sull'atto aggiuntivo alla convenzione di concessione stipulato dalla Stretto di Messina con il concedente ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il presidente della società Stretto di Messina Giuseppe Recchi ha commentato così: "Non lo considero un atto nuovo in quanto gli argomenti trattati sono strettamente collegati. Abbiamo deciso di convocare un Consiglio di Amministrazione per il 25 novembre per esaminare la situazione in attesa delle motivazioni della Corte dei conti previste nei prossimi giorni".

"Il mancato visto con la conseguente registrazione della Corte dei conti era prevedibile – ha dichiarato l'amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci – perché l'atto convenzionale è funzionalmente collegato alla delibera di approvazione del progetto definitivo del Ponte del Cipess del 6 agosto, per la quale la Corte ha ricusato il visto in data 29 ottobre. Attendiamo le motivazioni per entrambi i provvedimenti, nella convinzione che verranno forniti – da parte delle Istituzioni competenti – tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione da parte della Stretto di Messina, al fine di proseguire nella realizzazione del Ponte, opera strategica di preminente interesse nazionale, come definita per legge".

Bonelli (Avs): "Decisione Corte dei Conti è di una gravità assoluta"

Se il governo è convinto di poter portare avanti il progetto, non la pensa così il leader di Europa Verde e parlamentare di Avs Angelo Bonelli, secondo cui la decisione della Corte dei conti di "non ammettere al visto di legittimità il decreto Mit-Mef sul terzo atto aggiuntivo della convenzione del Ponte sullo Stretto è di una gravità assoluta".

"Significa che il governo Meloni stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo, per un'opera da 14 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio. Sono pronto a denunciare il governo anche alla Procura europea se dovesse insistere. Ignorare il pronunciamento della Corte significherebbe assumersi responsabilità pesantissime, anche sul piano giuridico. La Corte renderà note le motivazioni entro trenta giorni, ma il messaggio è già inequivocabile: il Ponte sullo Stretto è un progetto portato avanti forzando procedure, fuori da un quadro di legalità e dentro una spirale propagandistica che sta già dissanguando le casse pubbliche. E la bocciatura odierna preclude di fatto la possibilità di sottoscrivere l'accordo di programma tra Mit, Mef e la societàStretto di Messina per definire gli impegni amministrativi e finanziari necessari alla progettazione e alla realizzazione del Ponte. Viene meno, dunque, l'intero impianto giuridico-amministrativo che regola il rapporto tra lo Stato e la concessionaria. Meloni e Salvini non possono far finta di nulla: se rispettano legalità e cittadini, fermino subito questa operazione opaca, costosissima e inutile".

Braga (Pd): "Fermate tutto e dirottate i soldi su opere utili"

"Stia tranquillo Salvini anche noi determinati a bloccare un Ponte inutile e dannoso. E fiduciosi: il diritto e il buon senso avranno la meglio. Una spesa milionaria quando mancano infrastrutture di base sarebbe uno scempio. Fermate tutto e dirottate le risorse su opere utili", ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.

Floridia (M5s): "Interesse dei cittadini è opzionale per il governo Meloni"

"Non ci sono solo i cittadini bypassati, i soldi pubblici già sperperati e la lunga sfilza di documenti incompleti e fallaci. Nella minimizzazione del ministro Salvini dinanzi all'ulteriore altolà della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto c'è tutta la protervia del potere, nel voler rimanere attaccata mani e piedi "all'affare Ponte". L'interesse della collettività, quello vero, è totalmente opzionale nel governo Meloni. Abbiamo una manovra mai così avara di risorse, con tagli praticamente in tutti gli ambiti, ma il governo insiste nel portare avanti questa pantomima che il paese non merita. Assurdo", ha commentato in una nota la senatrice Barbara Floridia (M5s), presidente della commissione di Vigilanza Rai.

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