“Tutti figli e basta”: il Governo elimina le discriminazioni tra figli naturali e legittimi

Da oggi non ci saranno più figli naturali, legittimi o adottivi o qualsiasi aggettivazione che possa introdurre possibili forme di discriminazione tra la prole. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha appena varato un decreto legislativo di revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione in Italia stabilendo che nel nostro paese i figli per la legge sono tutti uguali. Per decreto quindi il governo ha deciso di eliminare ogni residua discriminazione rimasta nel nostro ordinamento giuridico tra i figli nati nel matrimonio e quelli nati fuori dal matrimonio, garantendo così la completa eguaglianza giuridica degli stessi. Come ha spiegato lo stesso Presidente del Consiglio oggi in Conferenza Stampa presentando il decreto, "si toglie dal codice civile qualunque aggettivazione alla parola figli: da adesso in poi saranno tutti figli e basta". Con questo decreto il governo dunque ha mantenuto fede alla promessa già fatta questa estate sull'equiparazione di tutti i figli. Come spiega una nota di Palazzo Chigi, il testo finale del decreto stato predisposto nell’ambito della Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduta dal professor Cesare Massimo Bianca. Nel dettaglio il decreto in materia di filiazione prevede:
L’introduzione del principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e conseguentemente l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e ai figli “naturali” e la sostituzione degli stessi con quello di “figlio”
Il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti e non solo con i genitori;
La sostituzione della nozione di “potestà genitoriale” con quella di “responsabilità genitoriale”;
La modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell’unificazione dello stato di figlio.Inoltre, nel recepire la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, si è deciso di:
limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l’azione di disconoscimento della paternità; introdurre il diritto degli ascendenti di mantenere “rapporti significativi” con i nipoti minorenni;
introdurre e disciplinare l’ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all’interno dei procedimenti che li riguardano;
portare a dieci anni il termine di prescrizione per l’accettazione dell’eredità per i figli nati fuori dal matrimonio;
modificare la materia della successione prevedendo la soppressione del “diritto di commutazione” in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l’eredità dei figli naturali.