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Turismo, Forza Italia vuole cambiare la tassa di soggiorno: cosa dice la risoluzione approvata in Senato

Il capogruppo di Forza Italia in Senato Gasparri e il senatore Lotito hanno illustrato la risoluzione già approvata a febbraio in commissione, con cui si intende riformare la tassa di soggiorno. Ecco cosa cambierebbe.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri e il senatore Claudio Lotito sono i promotori di una risoluzione per la riforma della tassa di soggiorno approvata un mese fa in commissione Finanze al Senato, che è stata presentata oggi pomeriggio alla conferenza stampa "Per un turismo più equo: cambiamo la tassa di soggiorno" a Palazzo Madama, insieme alle federazioni di categoria e al responsabile nazionale Turismo di Forza Italia, Carlo De Romanis.

Vediamo cosa dice il testo della risoluzione, che contiene alcune novità che riguardano il turismo. L'imposta in questione, che interessa diverse centinaia di città, come si ricorda nel documento approvato in commissione, è un'imposta di carattere locale, applicata a carico di soggetti che alloggiano nelle strutture ricettive e in territori classificati come "località turistica" o "città d'arte" o comunque in un comune nel quale tale imposta è in vigore. L"importo erogato, che può arrivare anche a 5 euro per notte di soggiorno, però non rimane alla struttura, ma da questa versato all'amministrazione comunale, che lo investe nel settore turistico.

Per i Comuni capoluogo di provincia che, in base alle rilevazioni statistiche, abbiano avuto presenze turistiche in numero venti volte superiore a quello dei residenti, è consentito per legge applicare l'imposta di soggiorno fino all'importo massimo di 10 euro. Con questa iniziativa "vogliamo sollecitare il governo", ha spiegato il capogruppo di Fi al Senato Gasparri, "è una tappa del percorso".

Il primo punto della risoluzione, preludio del lavoro che dovrà poi fare il governo, chiede di modificare il sistema di proporzione della tassa, sul modello del Comune di Bologna, da fissare in base alle tariffe e non alla categoria dell'alloggio, cioè con importi, decisi dai singoli comuni, "proporzionalmente progressivi alla tariffa applicata per il pernottamento, nei limiti già previsti dall'attuale legge nazionale".

Gli importi dell'attuale tassa di soggiorno sono infatti calcolati in base alla categoria dell'alloggio, ma questo causa una sproporzione tra le zone di collocazione urbanistica della struttura ricettiva (un pernotto in un quattro stelle di periferia può costare meno che in un due stelle in aree centrali o ad attrazione turistica), e va tenuto conto anche della stagionalità (in bassa stagione il peso dell'imposta sulla spesa del pernotto è molto invasivo e può scoraggiare il turista). Inoltre l'imposta è attualmente mal proporzionata anche tra categorie alberghiere, extra-alberghiere e affitti brevi, perché questi ultimi hanno avuto nell'ultimo decennio un forte aumento di richiesta e conseguente di media delle tariffe. Gli importi massimi dell'imposto comunque rimarrebbero quelli attualmente in vigore.

Il secondo punto chiede che il sistema di riscossione dell'imposta non avvenga più tramite l'albergatore, che al massimo può essere un controllore, non un "esattore delle tasse", ma dovrà essere implementato un sistema di riscossione digitale, utilizzando i più recenti sistemi digitali, che andranno gestito direttamente dai Comuni.

Il terzo punto riguarda la scelta della destinazione delle entrate, che si dovranno stabilire di concerto con le categorie del settore, aumentando così l'investimento degli introiti nel settore turistico, con rendicontazione obbligatoria da parte dei Comuni, e servizi diretti concessi al turista. Con queste modifiche Forza Italia vuole provare soprattutto a contrastare la disparità degli importi tra categorie, zone e stagionalità, evitare oneri e responsabilità per gli esercenti e limitare i rischi di evasione.

"Abbiamo proposto questa risoluzione e speriamo che il Governo la metta in pratica", ha detto ancora Gasparri, aggiungendo che "Attualmente è in vigore una tassa di soggiorno che è in base alla categoria dell'albergo. Noi invece vogliamo che vada parametrata alla tariffa, cioè a quanto costa quell'albergo". Inoltre, "oggi l'albergo deve fare da esattore per conto dei Comuni ai quali va la tassa di soggiorno. Noi chiediamo di semplificare questa procedura, cioè che ci sia un Pos, uno strumento digitale, con cui il turista paghi la tassa direttamente al Comune in modo che l'albergo non faccia un mestiere che non sia il suo". Infine, ha detto ancora Gasparri, "vogliamo che le categorie partecipino alla scelta dell'impiego di questi proventi. La tassa va ai Comuni, però può anche servire al decoro urbano e a interventi connessi all'accoglienza".

La norma sulla tassa di soggiorno attuale è "datata", secondo il senatore Lotito. "Dopo le audizioni, grazie al lavoro di De Romanis, abbiamo raccolto le vostre considerazioni. Abbiamo inserito un punto con il quale si impegna che queste somme vengano destinate al settore".

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Sulle case adibite a bed&breakfast "c’è un dibattito in corso, serve una regolamentazione, tra la libertà che uno ha di destinare il suo alloggio anche a scopi commerciali e le regole che servono quando uno lo fa con più appartamenti, che diventa quasi più un lavoro alberghiero. E però vorrei dire a chi dice ‘uno con la sua casa fa quello che vuole’ che ci sono anche proprietari di casa che vivono nelle palazzine e spesso non si capisce più niente. Io la mattina esco tra turbe di americani che non so dove hanno dormito. Ma questa è un’altra questione, la nostra risoluzione riguarda la tassa di soggiorno", ha aggiunto Gasparri a margine della presentazione in Senato.

Il testo della risoluzione di Forza Italia sulla tassa di soggiorno

impegna il Governo a valutare l'opportunità di una revisione generale dell'imposta di
soggiorno secondo i seguenti principi e criteri:
1) definizione ed omogeneizzazione del dettato normativo, creando un modello impositivo improntato a criteri di chiarezza, semplicità di gestione, incisività, immediatezza del prelievo e gradualità, quantificando l'imposta in importi – decisi dai singoli comuni – proporzionalmente progressivi alla tariffa applicata per il pernottamento, nei limiti già previsti dall'attuale legge nazionale; stabilendo inoltre che l'entrata in vigore di qualsiasi modifica del'importo possa decorrere non prima di 6 mesi successivamente alla delibera comunale e assegnando agli enti locali l'individuazione di  esenzioni e riduzioni per particolari fattispecie e periodi di tempo;

2) prevedere che i Comuni si dotino di un sistema di riscossione digitale, diretto ed indipendente dalle strutture ricettive, le quali saranno fornite di tali sistemi – a spese del Comune di appartenenza – e potranno così svolgere un ruolo di mero controllo; prevedere che le attività ricettive che non riescono ad ottemperare a questo ruolo per mancanze strutturali, come ad esempio le locazioni brevi non imprenditoriali, potranno avvalersi dell'intermediazione dei portali di prenotazione;

3) definire con maggiore incisività, anche con strumenti a carattere sanzionatorio, il vincolo di destinazione previsto dalla legge, per le spese effettuate dai comuni con le risorse assegnate con il gettito ripartito, prevedendo che gli introiti siano dedicati dai Comuni, ad investimenti sul settore turistico, anche attraverso il coinvolgimento delle categorie, e che la spesa sia rendicontata annualmente ad organi pubblici preposti;

4) emanare il regolamento previsto dall'articolo 4, comma 3, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, d'intesa con la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, al fine di dettare la disciplina generale di attuazione dell'imposta di soggiorno secondo i criteri enunciati.
Il regolamento quadro dovrebbe applicarsi anche al contributo di soggiorno dovuto nella città di Roma Capitale [articolo 14, comma 16, lettera e), del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78].

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