Trattativa Stato-mafia, distrutte le intercettazioni Napolitano-Mancino

Le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e l'ex ministro Nicola Mancino, registrate nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, non esistono più. Il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Riccardo Ricciardi, ne ha infatti disposto la distruzione. Operazione avvenuta, stamattina, nel carcere dell’Ucciardone, dove si trova il server in cui i file audio erano conservati. Alla cancellazione ha partecipato il tecnico della Rcs, la società che gestisce gli impianti di intercettazioni per conto della Procura di Palermo. Era stata la Corte Costituzionale a stabilire che gli ascolti in possesso dei magistrati violavano la riservatezza del capo dello Stato. La Cassazione, nelle motivazioni depositate oggi, 22 aprile, afferma: “Le intercettazioni tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e Nicola Mancino devono essere distrutte ‘con procedura camerale', senza contraddittorio tra le parti, perché le registrazioni hanno costituito un ‘vulnus costituzionalmente rilevante' ”. La distruzione sarebbe dovuta avvenire l'11 febbraio, ma è stata rinviata in attesa della decisione della Suprema Corte sul ricorso – poi respinto nella giornata di venerdì- presentato da Massimo Ciancimino che chiedeva di poter ascoltare, in virtù del diritto di difesa, i colloqui.