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Ministra Roccella contestata al Salone del Libro da attivisti del clima e femministe, lascia il palco

Interrotta la presentazione del libro firmato dalla ministra Eugenia Roccella al Salone del Libro di Torino. Extinction rebellion, Non una di meno e altre associazioni hanno bloccato il suo intervento con un sit in di contestazione.
A cura di Luca Pons
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Attimi di tensione al Salone del Libro di Torino, dove un gruppo di attivisti climatici di Extinction rebellion e dell'associazione femminista Non una di meno ha contestato la ministra della Famiglia e delle Pari opportunità Eugenia Roccella, che stava presentando il suo libro, "Una famiglia radicale". Circa una cinquantina di persone l'hanno interrotta, sdraiandosi a terra per evitare di essere portate via e gridando slogan come "Ma quale Stato, ma quale Dio, sul mio corpo decido io", e "Vergogna, vergogna". Quando qualcuno dal pubblico ha protestato, dicendo: "Per favore fateci seguire", la risposta è stata: "Per favore, fateci abortire". Dopo circa due ore di contestazione, la ministra ha lasciato il palco.

È arrivata la reazione del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha definito "inaccettabile e gravissimo" l'accaduto. "Non permettere a un autore, chiunque esso sia, di poter presentare liberamente il suo libro perché bloccato da un gruppo di violenti, è un atto antidemocratico e illiberale". Parole simili dal presidente del Senato, Ignazio La Russa: "Trovo estremamente grave quando accaduto oggi", ha detto, "ci troviamo di fronte all'ennesimo atto antidemocratico che non può non trovare la mia ferma condanna".

La contestazione: "Si da spazio a posizioni antiabortiste invece di parlare di clima"

Roccella ha invitato alcune manifestanti a salire sul palco, fermando i responsabili della sicurezza che stavano tentando di portarle via di peso. "Non posso accettare che venga portata via nessuno", ha detto la ministra, "visto che la protesta dei sit-in ha fatto parte del mio percorso e anche io sono stata cacciata in diverse occasioni". Dal palco, un'attivista ha letto un comunicato preparato.

"Non possiamo stare a guardare mentre gli spazi ci vengono tolti per dare spazio a posizioni antiabortiste. La priorità è il clima, la regione deve prendere misure concrete per contrastare la crisi climatica. È doloroso vedere come al Salone del Libro si decida di dare spazio a queste posizioni senza, ad esempio, parlare di crisi climatica", ha detto.

È intervenuta la Digos, che ha identificato circa venti persone. Roccella, dopo aver lasciato spazio all'intervento, è passata a criticare duramente le manifestanti: "Non violenza e diritto di parola devono essere garantiti. Volete solo impedire agli altri di parlare", ha detto, chiedendo che intervenisse il direttore dell'evento, Nicola Lagioia, arrivato al suo ultimo anno in carica. "È grave che nel Salone che presiede non ci sia neanche la sua presenza", ha insistito quando inizialmente Lagioia non si trovava.

Nella polemica si è inserito anche l'assessore regionale di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone: "È una pagina buia per il Salone, c'è una responsabilità politica e la direzione ne dovrà rispondere. Volevamo presentare un libro, invece si procede per slogan e ci è stato impedito. Speriamo che la prossima direzione del Salone manifesti più rispetto della cultura e della libertà". La deputata Augusta Montaruli (FdI), presente all'evento, ha dichiarato: "Quanto sta accadendo dimostra che Lagioia sta gestendo male la presenza di persone che non la pensano come lui e noi faremo il rullo dei tamburi quando se andrà".

La polemica tra la ministra Roccella e il direttore del Salone Lagioia

Pochi minuti dopo è arrivato l'intervento sul palco di Lagioia: "Il Salone è un gioco democratico e nelle democrazie la contestazione ne fa parte ma perché non trasformare questa occasione in un dialogo tra uno di voi e il ministro?", ha detto, chiedendo a un rappresentante dei manifestanti di salire nuovamente sul palco. Dal gruppo, però, è arrivato un rifiuto. All'accusa di non essere stato presente più in fretta da parte della ministra, Lagioia ha risposto: "Questo è un incontro nella programmazione della Regione, non del Salone".

Poi ha commentato: "Mi ha sorpreso l'attacco delle persone vicine al ministro, Montaruli mi ha inveito contro. Mi sembrava dal punto di vista verbale più violenta lei che i contestatori. E quindi anche loro devono mettersi d'accordo. Montaruli ha iniziato a urlarmi ‘vergogna' nelle orecchie". A queste parole, la ministra ha replicato: "Capisco che Lagioia sia uno scrittore, ma costruire una narrazione fantasy sulla realtà mi sembra un po’ eccessivo".

A prendere le difese del direttore è stata, sui social, la deputata del Movimento 5 stelle ed ex sindaca di Torino Chiara Appendino: "Vedere una parlamentare come Augusta Montaruli inveire violentemente contro il direttore del Salone è grave e inaccettabile. Chieda scusa". Lo stesso Lagioia ha risposto con un post su Instagram, ribadendo che la decisione di invitare la ministra era stata della Regione Piemonte: "Ho detto che in democrazia le contestazioni sono legittime purché non violente. E poi ho invitato chi contestava a dialogare con il ministro, muovendole in modo anche duro critiche a cui avrebbe potuto rispondere. Mi sembrava che i contestatori non accettassero questo tipo di invito (anche qui: chi contesta, purché in modo non violento, decide come contestare)".

Il direttore del Salone ha ribadito le accuse alla deputata Montaruli: "Evidentemente pretendeva che dicessi quello che voleva lei, ha cominciato ad aggredirmi verbalmente con una furia e una violenza verbale abbastanza sconcertanti. A quel punto, pieno di imbarazzo per lei, sono sceso da un palco dove tra un po' dovevo evitare che la deputata mi si scagliasse addosso".

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