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Tav, per i ritardi l’Ue potrebbe chiedere all’Italia di restituire i fondi. Toninelli smentisce

Il rinvio deciso dal governo per la realizzazione della Torino-Lione potrebbe portare alla perdita dei fondi Ue. Il ministro Toninelli: “L’interlocuzione che in queste settimane ho svolto con il Governo francese e che attualmente è in corso con la Commissione europea ha lo scopo di portare avanti la condivisione dell’analisi costi-benefici senza compromettere la disponibilità del finanziamento europeo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La Commissione Ue non può escludere di chiedere all'Italia di ripagare i contributi Cef già avuti se i fondi non possono essere ragionevolmente spesi in linea con le scadenze dell'accordo di finanziamento, in applicazione del principio ‘usare o perdere i fondi'". Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue dopo l'annuncio di rinvio al 2019 delle decisioni sulla Tav. "Al momento non può essere indicata una cifra" ma, ha sottolineato il portavoce, "speriamo questo non succeda perché pensiamo che la Torino-Lione sia un progetto importante".

Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli però nega che esista questa possibilità: "L'interlocuzione che in queste settimane ho svolto con il Governo francese e che attualmente è in corso con la Commissione europea ha lo scopo di portare avanti" la condivisione dell'analisi costi-benefici della ferrovia Tav Torino-Lione "senza compromettere la disponibilità del finanziamento europeo", ha spiegato il ministro penstastellato, rispondendo in Senato a un'interrogazione del Pd, che chiedeva appunto di conoscere i tempi di completamento dell'analisi costi-benefici "attesa fra ottobre e novembre e poi posticipata".

"Ribadisco ancora una volta che l'analisi costi benefici sarà resa pubblica, che sarà condivisa con il Governo francese, che sarà presentata insieme ad una parallela analisi tecnico giuridica" ha aggiunto Toninelli. "Far credere che tutto lo sviluppo infrastrutturale del Paese dipenda da una singola opera è estremamente riduttivo e offensivo nei confronti degli italiani" ha poi detto, sottolineando di "non voler anticipare alcun giudizio sulla tratta Torino-Lione fino a che le analisi in corso non saranno concluse".

L'opera è finanziata in modo corposo dal bilancio Ue, dal momento che il progetto è considerato strategico non solo per il nostro Paese e per la Francia, ma per l'intera Europa, "soprattutto nel contesto del corridoio Ue Ten-T Mediterraneo". Eventuali ritardi nella sua attuazione potrebbero "portare a una riduzione dei finanziamenti Ue assegnati", che per la prima fase dei lavori della Tav sono 814 milioni di euro. Infatti, ha ricordato il portavoce, "ora il progetto vede alcuni ritardi, inclusi quelli relativi alla sospensione del processo di appalto recentemente annunciato dalle autorità italiane".

"La situazione" della Torino-Lione "è monitorata da vicino dalla Commissione Ue e dall'Agenzia esecutiva per le reti e l'innovazione (Inea), in contatto con le autorità francesi e italiane", ha sottolineato ancora la Commissione Ue, avvertendo che "a seconda degli sviluppi nelle prossime settimane, nella prima parte del prossimo anno potrebbero diventare necessari cambiamenti all'accordo di finanziamento per modificare l'ambito dell'azione e i suoi tempi".

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