Tagli ai Comuni, Fitto: “Polemiche strumentali, giusto che tutti aiutino a regolare la spesa”

Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto risponde alle polemiche seguite alla decisione del governo di rendere operativi i tagli a Comuni e Province, nell’ambito della spending review.
A cura di Redazione
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di Marco Billeci e Annalisa Girardi

Sui tagli ai Comuni, denunciati da diversi sindaci, il ministro Raffaele Fitto prova a placare le polemiche. E accusa i primi cittadini di aver tirato fuori l'argomento per logiche di campagna elettorale: "È un tema abbondantemente discusso alcuni mesi fa e rievocato in campagna elettorale. Perché il contributo anche dei Comuni alla riduzione della spesa pubblica, nell'ambito della spending review, è stato deciso e discusso durante l'approvazione della scorsa legge di Stabilità, quindi a me sembra abbastanza strumentale ripercorrere questo tema", dice rispondendo alle domande di Fanpage.it.

Il ministro per gli Affari europei, la Coesione, il Sud e il Pnrr, a margine dell'assemblea di Confapi, risponde ad alcune domande sulla spending review e sui tagli di spesa imposti ai Comuni: "È un problema che c'era, che c'è sempre stato e che è noto da dicembre. Lo ribadisco: per giorni abbiamo letto sui giornali dichiarazioni che attaccavano il governo sul fatto che avesse tagliato la spesa sociale, ma basta leggere la norma per capire che non è così, perché la norma della finanziaria esclude la Missione 12, che è quella delle spese sociali, elencandole. Quando si accusa il governo di aver tagliato i fondi per gli asili e a tutti gli interventi di carattere sociale, si dice una cosa che semplicemente non è vera".

I Comuni però, fa notare il cronista di Fanpage.it, lamentano il fatto che comunque ora spetta a loro capire come trovare questi fondi. Fitto però taglia corto: "Il governo è aperto sul fronte del confronto e quindi ci sarà l'occasione di andare a verificare nel debito come è sempre stato fatto per tutti i provvedimenti all'interno della Conferenza unificata".

C'è poi un'altra questione, legata al Pnrr: sempre gli amministratori locali hanno puntato il dito contro quel meccanismo che, nella revisione dei fondi, toglie più risorse proprio a quei Comuni che erano riusciti a ottenere più finanziamenti dal Piano di ripresa e resilienza, mettendo in campo più progetti. "Il problema è capire quant'è l'entità dei finanziamenti. Anche questa è una polemica strumentale e non vera: noi abbiamo modificato il Pnrr, spostando fuori dal Piano moltissimi dei progetti dei Comuni, finanziandoli. Quindi il criterio che viene contestato non sarebbe applicabile per moltissimi progetti che non fanno più parte del Pnrr. Nel dibattito politico tutto è legittimo, purché corrisponda alla realtà dei fatti".

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