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Tabacci ‘salva’ la lista +Europa. Bonino: “Grazie a Cd saremo alle elezioni senza raccolta firme”

Centro Democratico di Bruno Tabacci mette a disposizione della lista +Europa di Emma Bonino il suo simbolo: così facendo non sarà necessario procedere a una nuova raccolta firme in quanto Cd era già in Parlamento nella legislatura appena conclusa.
A cura di Stefano Rizzuti
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La situazione di stallo che si era creata per la presentazione della lista +Europa guidata da Emma Bonino sembra aver trovato un punto di svolta. Bruno Tabacci, leader di Centro Democratico, partito attualmente in Parlamento, ha messo il simbolo del suo progetto politico a disposizione della lista +Europa: in sostanza, con questa decisione, cade il problema della raccolta delle firme perché all’interno di questa nuova lista rientra anche un partito già presente in Parlamento e che quindi non necessita di una nuova raccolta delle firme per potersi presentare al voto.

L’annuncio è arrivato oggi pomeriggio durante una conferenza stampa organizzata dai leader di +Europa: Emma Bonino, Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova. Insieme a loro anche lo stesso Tabacci che ha annunciato la novità: “Ho maturato in queste ore la decisione di mettere a disposizione il simbolo di Centro Democratico per recuperare una situazione di libertà che è fondamentale”, ha dichiarato. “Siamo profondamente grati a Bruno Tabacci – ha replicato Bonino -. Grazie a questo gesto saremo presenti alle elezioni politiche del 4 marzo, alla pari nei blocchi di partenza” rispetto alle altre forze politiche.

Rimane quindi in piedi la questione delle alleanze e della coalizione con il Pd. Come ha sottolineato Tabacci, l’idea è quella di essere nel centrosinistra, ma “per l’apparentamento poi vedremo”, ha aggiunto. Bonino ha più volte ringraziato Tabacci per il suo gesto: “Grazie a Cd, partito presente alle scorse elezioni, abbiamo riconquistato oggi una parte di agibilità politica e parità di accesso, un passo importante non solo per noi. Il suo è stato un gesto generoso, coerente con lo spirito europeista. Credo sia un servizio grande che ha reso al paese e noi ci impegniamo per questa opzione per un’Europa democratica e federale”.

La nuova lista, formata da +Europa e da Centro Democratico, nascerà ufficialmente con un’assemblea prevista per il 13 gennaio. Nel simbolo, oltre alla scritta ‘+Europa con Emma Bonino’, sarà presente anche l0indicazione ‘Centro Democratico’. Proprio in quella giornata si dovrebbe decidere sull'eventuale alleanza con il Pd, secondo quanto dichiarato dalla Bonino.

Gli attacchi e la battaglia contro il Rosatellum

La conferenza stampa si è aperta con le critiche mosse dai rappresentanti della lista +Europa alla legge elettorale in vigore, il Rosatellum bis. “Troviamo questa legge contraria e discriminatoria alle forza politiche. Combatteremo contro questa legge”, ha annunciato Bonino. Che ha poi spiegato nuovamente la questione della raccolta firme: “I potenziali alleati non sono in grado di mettere i loro candidati perché ancora non li hanno neanche iniziati a negoziare. Quindi l’intero modulo è illegale perché quella parte rimarrebbe bianca”, ha affermato per precisare che finora era difficile poter raccogliere le firme perché ancora non esistono i nomi dei candidati nei collegi.

Benedetto Della Vedova ha comunicato di aver incontrato anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni lo scorso 7 dicembre per cercare di risolvere la questione delle firme. “Siamo stati da Mattarella – ha detto ancora – chiedendo di poter valutare la situazione. Il dominus però è il Viminale, io ho parlato con Minniti, ho parlato anche col prefetto Morcone, capo di gabinetto. Poi ho parlato con Fassino che ringrazio perché questo fallimento è anche il suo fallimento”.

Alla fine, “non siamo stati in grado di convincere che non chiedevamo un favore per noi ma che l’interpretazione fosse logica e costituzionale ora e per sempre. A regime questa legge prevede 100mila firma nell’ambito di sei mesi. Ovviamente non c’è alcun senso nel presentare sei mesi prima un candidato”, ha spiegato. Quindi, ha concluso: “Dobbiamo arrenderci ma non all’interpretazione a cui daremo battaglia”.

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