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Covid 19

Sui treni 50% di posti vuoti, Italo avverte: “Con queste norme anti Covid entro 2 mesi ci fermiamo”

La capienza dei treni resta al 50%, il Cts non ha dato l’ok a un allargamento all’80%. L’amministratore delegato di Ntv Gianbattista La Rocca: “Se non cambiano idea, entro due mesi saremo costretti a fermare i treni. Abbiamo 200 milioni di perdita, e chiuderemo l’anno in rosso di 400 milioni. Impossibile da sostenere”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La decisione del Cts di non cambiare le per il momento le regole sulla capienza dei treni, che rimangono riempiti al 50%, rischia di paralizzare Ntv, che gestisce Italo. La riunione di due giorni fa con i rappresentanti di Italo non ha sortito alcun effetto. Gli esperti si sono presi qualche giorno di tempo per analizzare i documenti presentati dai vertici di Ntv in un'altra seduta del Cts, e valutare se la situazione contagi consenta o meno di prevedere una riempimento dei treni dell'Alta velocità all'80%.

Della possibilità di innalzare le soglie per i treni a lunga percorrenza si era discusso già a fine luglio, poi il ministero della Salute aveva fatto marcia indietro, fissando il limite del 50%. E questa decisione è costata 3 milioni alla società dei treni Italo. Di fatto i treni a lunga percorrenza sono gli ultimi mezzi per i quali è previsto un limite al 50% per il riempimento dei posti: gli aerei possono invece viaggiare al completo, così come, in molte Regioni, anche i treni locali.

In una intervista a "Il Fatto Quotidiano", l'amministratore delegato di Ntv Gianbattista La Rocca spiega che "se va vanti così l'Alta velocità non avrà più un concorrente privato". La Rocca ha domandato ancora al governo di equiparare l'Av al resto dei trasporti nelle linee guida anti-Covid. "Se non cambiano idea, entro due mesi saremo costretti a fermare i treni. Abbiamo 200 milioni di perdita, e chiuderemo l'anno in rosso di 400 milioni. Impossibile da sostenere" dice l'ad di Italo, che ribadisce: "Non siamo contro la sicurezza, ci mancherebbe, ma le regole o sono uguali per tutti o non lo sono". Per poi aggiungere: "C'è una grande disparità tra concorrenti. Noi viviamo solo dei biglietti, Trenitalia è anche sui servizi regionali, che sono sussidiati, così come gli Intercity. Da una parte un privato e dall'altra un'impresa sussidiata tramite altri business. Non c'è partita".

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