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Strage di Bologna, i familiari delle vittime lasciano la cerimonia per protesta

Alla cerimonia di commemorazione della strage di Bologna del 2 agosto 1980 l’associazione familiari delle vittime lascia l’aula del Comune prima del discorso del ministro dell’Ambiente Galletti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sono passati 37 anni ma il dolore non è mai scemato: 2 agosto 1980, 10 e 25 minuti, la strage d Bologna. Le lancette dell'orologio di piazza Medaglie d'Oro segnano ancora quel macabro orario. I familiari delle vittime se la ricordano bene quella mattina, quando la sala d'aspetto della stazione esplose in un boato, falciando 85 vite. Non c'era tempo per cercare di capire cosa stesse succedendo. E così, come racconta l'autista di un autobus, Agide Melloni, arrivato sul posto poco dopo, bisognava darsi subito da fare: la sua vettura si è trasformata in un carro funebre, che raccoglieva e trasportava corpi dilaniati. I feriti, in quella mattanza, furono 200. Di quella giornata rimane la commozione del presidente Sandro Pertini che disse "Non ci sono parole che possano esprimere il mio stato d'animo. È una cosa straziante". Oggi gli fanno eco le parole del presidente Mattarella. "La strage della stazione fu parte di un disegno eversivo. Quella strategia di destabilizzazione, che mirava a scardinare le basi democratiche e frenare il progresso sociale dell'Italia, ha seminato per lunghi anni nel Paese lutti, tragedie, paure. Gli italiani hanno saputo reagire con una forte unione, difendendo la nostra convivenza, i principi di civiltà su cui essa poggia, i valori e i diritti che assicurano la libertà dei cittadini".

Ma oggi non è solo il giorno della memoria, c'è anche spazio per la rabbia: l'associazione familiari delle vittime ha lasciato l'aula del Comune dove si stava svolgendo la cerimonia, come tutti gli anni. Si sono alzati per protesta, prima che prendesse la parola il ministro dell'ambiente Galletti. "Non abbiamo niente contro Galletti – ha voluto precisare il presidente Paolo Bolognesi – ma rappresenta un governo scorretto". Vogliono la verità, a tutti i costi perché di questa tragedia molti punti rimangono oscuri. Sebbene siano stati condannati gli esecutori, nel novembre del 1995, non si conoscono ancora i mandanti. Ed è proprio la richiesta di archiviazione fatta dal procuratore di Bologna Giuseppe Amato che si sono scatenate le polemiche. "Il voler attribuire ad altri superficialità valutativa francamente non mi sembra una cosa corretta, quando poi l'impegno dell'ufficio c'è stato", ha dichiarato Amato, in risposta alle accuse di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione.

I rappresentanti dell'esecutivo non partecipano al corteo che dal Municipio proseguirà fino alla stazione, mentre il M5s ha organizzato una manifestazione contro il governo nella piazza di Palazzo d'Accursio, per sostenere i familiari delle vittime con cartelli denigratori su Renzi e sul Pd, mostrando un cartello che recita "Nessun risarcimento per le vittime della strage di Bologna?". 

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