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Covid 19

Spostamenti tra Regioni, quando saranno di nuovo consentiti

Il divieto di spostamenti tra Regioni dovrebbe dovrebbe cessare da lunedì 15 febbraio. È possibile però che nel frattempo il Comitato tecnico scientifico suggerisca una proroga, in base all’andamento della curva nelle prossime due settimane. In attesa di un nuovo dpcm (quello attuale scadrà il prossimo 5 marzo) per la proroga del blocco degli spostamenti potrebbe essere varato un nuovo decreto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il 15 febbraio scadrà il divieto di spostamento tra le Regioni, in base al decreto legge in vigore. Mancano ancora quasi due settimane, e se i dati epidemiologici non consentiranno un allentamento delle misure potrebbe essere necessario prolungare lo stop anche oltre. In questo momento il divieto rimane, anche se quasi tutte le Regioni italiane sono passate in zona gialla. L'unica deroga è permessa per motivi di necessità, salute o lavoro.

Il prossimo 5 marzo scadrà invece un altro provvedimento, in questo caso un dpcm, quello che conteneva la riapertura di musei e mostre in zona gialla e lo stop all’asporto dopo le 18 per i bar. È possibile quindi che per un'eventuale proroga del divieto di spostamento sia necessario un altro decreto, in attesa di un nuovo dpcm che dal 6 marzo potrebbe portare alcune novità, come la riapertura di piscine e palestre, almeno in zona gialla.

Per adesso rimangono in fascia arancione solo Sicilia, Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna e Umbria. Con una situazione di questo tipo, oltre al coprifuoco dalle 22 alle 5, potrebbe rimanere anche il blocco agli spostamenti tra territori diversi, anche se questi rientrano nella medesima fascia di rischio, per evitare che un allentamento della stretta possa determinare un'impennata della curva.

In questo momento l'indice di contagio Rt è sotto l'1 (0,84) Guardando ai dati dell'ultima settimana si osserva un miglioramento del livello generale del rischio, con un aumento di Regioni a rischio basso. Complessivamente, 1 sola Regione ha una classificazione di rischio alto (l'Umbria) contro le quattro della settimana precedente, dieci classificate a rischio moderato, di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e altre dieci con rischio basso. È diminuita anche la pressione sugli ospedali, ed è sceso il numero di regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o di aree mediche sopra la soglia critica (sono 8 contro le 12 la settimana precedente). Anche l'occupazione delle terapie intensive a livello nazionale è sotto la soglia critica (28%).

Eppure sia il ministro della Salute Roberto Speranza sia il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo si sono detti preoccupati per i possibili assembramenti, che si sono già verificati nel week end appena trascorso. Una riapertura di tutti i confini, senza restrizioni, sembra ancora poco probabile.

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