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Separazioni e divorzi, nuove regole dal 1 marzo: con la riforma Cartabia si tagliano i tempi

Dal 1 marzo, per effetto della riforma Cartabia, entrano in vigore nuove regole per separazioni e divorzi: si punta a ridurre i tempi, ma servirà qualche documento in più.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Divorzi e separazioni saranno più veloci dal primo marzo, per effetto della riforma Cartabia. Con le modifiche al processo civile previste dalla riforma che porta il nome dell'ex ministra della Giustizia, infatti, si snelliscono i tempi. L'obiettivo è sempre lo stesso: accorciare la durata dei processi, che in Italia è da bollino nero rispetto agli standard richiesti dall'Unione europea. E non si tratta di un dettaglio, perché a quegli standard la Commissione Ue ha legato i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Insomma, sappiamo bene che la giustizia è uno di quei temi su cui c'era da mettere pesantemente le mani.

Perciò dal primo marzo entra in vigore la riforma sul rito unico per separazione e divorzio. Il via sarebbe dovuto scattare il 30 giugno prossimo, ma il governo Meloni ha messo il piede sull'acceleratore con le disposizioni transitorie inserite in legge di Bilancio. Perciò gli effetti si vedranno già da mercoledì. L'iter dell'entrate in vigore della riforma si completerà entro la fine del 2024: l'anno successivo si vedranno gli effetti nella sua completezza, ammesso che non arrivino nuove modifiche prima.

Non ci saranno più i due riti distinti – separazione e divorzio – ma sarà possibile procedere con un atto unico, richiesto davanti allo stesso giudice. E poi massimo 90 giorni per fissare la prima udienza, per accorciare i tempi procedurali a non più di otto mesi. Su questo i dati sono leggermente discordanti, si va da un anno e mezzo in media secondo l'Istat a quasi due anni secondo il ministero della Giustizia. Insomma, i tempi vanno almeno dimezzati. Parliamo ovviamente dei divorzi senza accordo consensuale. Bisognerà presentare qualche documento in più, soprattutto nel caso in cui ci siano dei figli. La domanda, inoltre, dovrà essere presentata sotto forma di ricorso, con consegna immediata dei documenti necessari – come la condizione patrimoniale, i mezzi di prova e gli altri testi utili – e con il nuovo rito unico il giudice sarà tenuto a fissare l'udienza entro tre mesi.

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