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Sea Watch, l’Ong lancia la raccolta fondi: “Aiutate la difesa legale della comandante della nave”

La Sea Watch lancia un appello sul proprio profilo Facebook, chiedendo un sostegno economico per difendere legalmente la comandante della nave, che nel frattempo potrebbe decidere di forzare il blocco e attraccare a Lampedusa. La Commissione europea fa sapere di essere già impegnata nell’organizzazione della fase successiva, cioè sul ricollocamento dei migranti, sottolineando però di non poter decidere sul luogo dello sbarco.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La nave Sea Watch 3 continua a navigare a zig zag al largo di Lampedusa, ma il tempo passa e l'idea di forzare il blocco e attraccare senza autorizzazione sull'isola italiana si fa sempre più insistente nella testa della comandante Carola Rackete. Questa mattina sul profilo Facebook della Ong tedesca è comparsa una foto della capitana, accompagnata da una sua dichiarazione: "Sono responsabile dei 42 naufraghi salvati in mare che non ce la fanno più, le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico". Nello stesso post la Ong continua: "Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone salvate dalla Sea Watch 3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti condanne in Italia". E poi l‘appello per avere un sostegno economico: "Aiuta a difendere i diritti umani, condividi questo post e fai una donazione per la sua difesa legale". Nel frattempo la Sea Watch spiega su Twitter di aver dato la notizia a bordo del rifiuto del ricorso da parte della Corte dei diritti dell'uomo: "Questa mattina abbiamo comunicato ai naufraghi la decisone della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati – scrive la Ong tedesca – Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell’Europa, dei loro diritti umani".

Commissione Ue: "Stiamo organizzando ricollocamento"

Nel frattempo, secondo quanto dichiara la portavoce Natasha Bertaud, la Commissione europea è in contatto con diversi governi e ha iniziato a coordinare gli Stati membri per "cercare delle soluzioni di ricollocamento" dei migranti a bordo della Sea Watch 3 "una volta che saranno sbarcati". Infatti ieri sera la Commissione ha ricevuto "una domanda di sostegno pro-attivo agli Stati membri per cercare delle soluzioni – spiega la portavoce – Ci stiamo muovendo e siamo in contatto con diversi Paesi per trovare una soluzione in termini di ricollocamenti una volta avvenuto lo sbarco dalla nave". Ma al momento non è stata presa "una decisione sul luogo di sbarco" né tantomeno questa "è di competenza della Commissione", che invece sta organizzando "la fase successiva".

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