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Sea Watch, Rackete: “Dovevo attraccare, tra i migranti atti di autolesionismo”. Salvini nega tutto

In un colloquio con il ‘Corriere della Sera la capitana Rackete spiega che la sua decisione di entrare in porto, urtando la motovedetta della Gdf, “non è stato un atto di violenza. Solo di disobbedienza. Ma ho sbagliato la manovra”. E ha raccontato la situazione a bordo: “Da giorni facevamo i turni, anche di notte, per paura che qualcuno si potesse gettare in mare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Erano iniziati atti di autolesionismo tra i migranti. Temevo si arrivasse ai suicidi", "non è stato un atto di violenza. Solo di disobbedienza. Ma ho sbagliato la manovra", ha spiegato in un colloquio con il Corriere della Sera attraverso i suoi legali, la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, che ora è ai domiciliari e non può rilasciare dichiarazioni, ma tramite gli avvocati ha ricostruito i motivi che l'hanno indotta a forzare il blocco e la dinamica dell'urto alla motovedetta della Guardia di Finanza, per la quale i militari si sono trovati in una situazione di pericolo. La capitana Rackete venerdì notte ha forzato il blocco per far sbarcare i 40 migranti che aveva soccorso in mare ormai due settimane prima.

"La situazione era disperata -ha detto la trentunenne tedesca – E il mio obiettivo era solo quello di portare a terra persone stremate e ridotte alla disperazione. Avevo paura", "da giorni facevamo i turni, anche di notte, per paura che qualcuno si potesse gettare in mare. E per loro, che non sanno nuotare, significa: suicidio. Temevo il peggio", ma "mai, mai, mai nessuno deve pensare che io abbia voluto speronare la motovedetta della Finanza", "ho compiuto un errore di valutazione nell'avvicinamento alla banchina".

"Non potevo continuare a rischiare che andassero avanti gli atti autolesionistici. Però ho tentato di avvertire", ha aggiunto, "ho chiamato più volte il porto, ma nessuno parlava inglese. Però ho comunicato che noi stavamo arrivando".

La replica di Salvini

A stretto giro è arrivata via social la replica del ministro degli Interni Matteo Salvini: "La comandante fuorilegge ha giustificato il folle attracco che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza dicendo che c'era uno ‘stato di necessità'. Ma se nessuno dei 42 immigrati a bordo aveva problemi di salute, di quale necessità stava parlando?"

Intanto l'arresto della capitana ha innescato una raccolta di fondi per le sue spese legali in Germania. Sono stati due volti noti della tv tedesca, i presentatori, Jan Bohmermann e Klaas Heufer-Umlauf, a lanciare l'idea: i due hanno espresso solidarietà alla giovane e hanno chiesto donazioni. In un video postato su Youtube nella notte, i due si sono detti scioccati per quanto accaduto a Lampedusa. "Con gli eventi degli ultimi giorni, questa politica priva di scrupoli ha raggiunto un nuovo picco di degrado. Chi salva vite non e' un criminale", rimarcando che, non potendo personalmente impegnarsi nel Mediterraneo, chiedono di donare fondi per le spese legali della 31enne capitana. Stamane erano stati raccolti 145mila euro.

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