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Sea Watch 3 dissequestrata, Rackete: “Giustizia vince sempre, ma non saremmo qui se Ue avesse agito”

Carola Rackete ha commentato su Twitter la notizia del ritorno in libertà della Sea Watch 3, nave da lei capitanata fino a qualche mese fa: “La giustizia vince sempre alla fine. Ma non ci saremmo mai trovati in questa situazione se l’Unione europea avesse mostrato solidarietà trovando una soluzione in merito alla redistribuzione dei migranti. L’avrebbe dovuta trovare ormai anni fa: è arrivato il momento di agire”.
A cura di Annalisa Girardi
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"La Sea Watch 3, rimasta bloccata in porto per quasi sei mesi, è stata finalmente liberata dal tribunale. La giustizia vince sempre alla fine. Ma non ci saremmo mai trovati in questa situazione se l'Unione europea avesse mostrato solidarietà trovando una soluzione in merito alla redistribuzione dei migranti. L'avrebbe dovuta trovare ormai anni fa: è arrivato il momento di agire": così Carola Rackete ha commentato su Twitter la notizia del ritorno in libertà della Sea Watch 3, nave da lei capitanata fino a qualche mese fa.

Ora, annuncia la Ong, la Sea Watch 3 si prepara a tornare in mare per soccorrere vite umane in pericolo. L'organizzazione ha vinto il ricorso presentato al tribunale civile di Palermo: "Abbiamo vinto il ricorso al Tribunale civile di Palermo: la Sea Watch 3 è libera! Dopo oltre cinque mesi di blocco nel porto di Licata, ci prepariamo a tornare in mare. La giustizia trionfa sul (ex) decreto sicurezza bis", ha scritto su Twitter.

I giudici hanno quindi disposto il dissequestro amministrativo della nave umanitaria. La procura di Agrigento aveva già ordinato il dissequestro penale lo scorso 25 settembre. In quell'occasione i giudici avevano sottolineato che le esigenze probatorie fossero cessate. Tuttavia, la Sea Watch 3 era comunque rimasta bloccata nel porto di Licata a causa del sequestro amministrativo ancora in vigore.

I legali della nave umanitaria hanno spiegato che la decisione del tribunale civile di Palermo è servita per attestare la fine degli effetti del sequestro. Come riporta il Corriere della Sera, l'avvocato Lucia Gennari ha dichiarato: "La legge prevede che il proprietario del bene sequestrato possa fare opposizione all'autorità competente, che in questo caso è la prefettura di Agrigento. Se la prefettura non rigetta l'opposizione entro il termine di dieci giorni, la norma prevede che la misura del sequestro cessi i propri effetti".

La decisione di sequestro era arrivata nell'ambito dell'inchiesta per cui la stessa Carola Rackete è indagata e sottoposta alle accuse di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e resistenza o violenza contro nave da guerra. L'indagine era seguita all'attracco della Sea Watch 3 al porto di Lampedusa, lo scorso giugno, nonostante le indicazioni contrarie proveniente dall'allora titolare del Viminale, Matteo Salvini. La comandante Rackete aveva infatti forzato il blocco imposto dal ministero dell'Interno a causa della situazione di emergenza a bordo della nave umanitaria che aveva soccorso dei migranti in difficoltà nel Mediterraneo. Erano quindi partite le indagini sulla base delle violazioni del divieto di ingresso in acque territoriali, previste dal decreto sicurezza bis, da poco entrato in vigore all’epoca dei fatti.

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