Se non c’è libero consenso, è stupro: come cambia il reato di violenza sessuale dopo l’accordo Pd-FdI

Se non c'è il "consenso libero ed attuale", allora non si tratta di un rapporto sessuale, ma di stupro. Lo dice una norma che ieri la commissione Giustizia della Camera ha approvato, modificando un ddl che riformerà l'articolo 609-bis del Codice penale, ovvero quello dedicato alla violenza sessuale. L'approvazione è arrivata non solo a maggioranza, ma all'unanimità: un risultato frutto anche dei contatti, avvenuti negli scorsi giorni, tra Elly Schlein e Giorgia Meloni, secondo quanto riportano fonti parlamentari.
Era da oltre un anno e mezzo che il disegno di legge sulla violenza sessuale era in Parlamento. La prima firmataria, Laura Boldrini, l'aveva depositato a febbraio 2024. Poi l'iter era proceduto a rilento: a maggio era stato assegnato alla commissione Giustizia di Montecitorio, un anno fa era iniziato l'esame; tra gennaio e febbraio 2025 le audizioni per raccogliere il parere degli esperti; poi, pochi passi avanti formali tra primavera e estate, prima della pausa.
Ma la settimana scorsa i lavori sono ripresi. E nella serata di ieri è arrivato il passaggio decisivo. Come detto, con un accordo che ha compreso Fratelli d'Italia e il Partito democratico, è arrivata l'approvazione all'unanimità di un emendamento bipartisan che dà nuova forma al reato di violenza sessuale. Non è ancora in vigore, ma l'intesa è raggiunta.
Come cambia il reato di violenza sessuale con l'obbligo di consenso
"Chiunque compie o fa compiere o subite atti sessuali ad un’altra persona senza il consenso libero ed attuale di quest'ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni", recita la nuova versione del reato. Oggi l'articolo 609-bis parla solo di chi costringe "con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità". Insomma, nessun riferimento al consenso della vittima. Cosa che invece la commissione Giustizia ha aggiunto con il voto di ieri.
Nel testo dell'articolo resta comunque la pena per chi "costringe taluno a compiere o subire atti sessuali con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità", così come non cambiano i riferimenti a chi approfitta della "inferiorità fisica o psichica" della vittima. Ma se ne aggiunge un altro, che oggi non esiste: punito anche chi induce al sesso sfruttando una "particolare vulnerabilità della persona offesa".
Un'altra modifica importante, che permette di sanzionare in modo più ampio le violenze sessuali – andando anche al di là delle stringenti definizioni di "inferiorità fisica o psichica". In questo modo, è incluso chi si trova in uno stato più fragile (magari anche dal punto di vista economico, oppure emotivo) e per questo viene indotto a subire o compiere atti sessuali.
Cosa succede ora
L'intesa è stata il punto di svolta dei lavori parlamentari su questa proposta. A spingerla sono state anche le leader di partito Meloni e Schlein: le due, sulla violenza di genere, hanno sempre dato disponibilità a mettere da parte gli scontri che infuriano sugli altri temi politici.
Va sottolineato che la riforma del reato non è ancora in vigore, e il testo non è ufficiale. La commissione concluderà presto i lavori: il passaggio all'Aula della Camera è previsto per lunedì 17 novembre, la settimana prossima, e qui dovrebbe ottenere il via libera per andare al Senato. Ci si aspetta che a Palazzo Madama il percorso del ddl sia più breve, dato che l'accordo di massima c'è già. Solo dopo la votazione dei senatori la riforma diventerà legge.
Pd e FdI esultano insieme per la riforma
"È un importante passo avanti per il codice penale italiano, che viene adeguato agli standard più avanzati", ha detto Michela Di Biase, deputata del Pd e relatrice del ddl che ha firmato l'emendamento in questione. "Questo nuovo testo rappresenta un grande cambiamento culturale, perché troppo spesso abbiamo assistito a donne costrette a giustificarsi anche di fronte alle violenze subite. Il sesso senza consenso è stupro. È un concetto scontato eppure in Italia manca ancora una legge che lo riconosca esplicitamente".
Di Biase ha anche ringraziato Carolina Varchi, deputata di FdI e relatrice di maggioranza, che ha a sua volta firmato l'emendamento. "Da oggi tolleranza zero, è stupro se non vi è consenso libero ed attuale", ha commentato Varchi, ricambiando il ringraziamento. "Fratelli d'Italia aveva promesso che avrebbe lavorato per rafforzare la difesa dei diritti delle donne e lo stiamo facendo".