Scuola, le proposte del Pd: stipendi più alti agli insegnanti, asilo obbligatorio e mense gratuite
Ormai tutte le forze politiche stanno ultimando i programmi con cui si presenteranno al voto il prossimo 25 settembre. E sono pronte a lanciare i propri cavalli di battaglia. Il Partito democratico, si legge sulla pagine web dei democratici, "parte dall'istruzione pubblica e ad essa riserva uno dei capitoli più corposi del programma elettorale" che sarà approvato entro domani. "Ambiente, diritti e lavoro sono le nostre priorità, ma la scuola sta sopra, o meglio, sta dentro tutto", affermano ancora dal Pd. Ma cosa intende fare, quindi, il partito di Enrico Letta per la scuola?
L'obiettivo a cui si punta nel programma elettorale è quello di rimettere al centro la scuola, in primis "ridando agli insegnanti la dignità e il ruolo che si meritano, riportando nei prossimi cinque anni gli stipendi in linea con la media europea". Proprio il tema dello stipendio degli insegnanti aveva scatenato le polemiche con la Lega, che aveva accusato i dem di prendere in giro i docenti. Nella presentazione del programma dem si fanno anche un po' di conti: adeguare il salario degli insegnanti italiani a quello dei loro colleghi europei è una misura che, a regime, costerebbe tra i 6 e gli 8 miliardi di euro. Ma, ha sottolineato Letta, "la chiave è investire, non tagliare".
Non è questa l'unica proposta sulla scuola contenuta all'interno del programma elettorale del Pd. Che propone l'obbligatorietà (e gratuità allo stesso tempo) della scuola per l'infanzia, bus e libri di testo gratuiti e un piano di edilizia scolastica che renda gli edifici sicuri. E ancora, "attività extra scolastiche, orientamento per avvicinare le ragazze alle materie STEM, il pieno accesso per gli studenti ai servizi psico-pedagogici, l’accesso universale e gratuito dei bambini alle mense scolastiche, l’aumento dei docenti di ruolo di sostegno per i bambini e ragazzi con disabilità".
Alla fine delle proposte di partito sulla scuola i dem sottolineano anche come non siano d'accordo con il ministro uscente dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e la sua iniziativa sul docente esperto, che considerano "profondamente sbagliata perché introduce una forma di carriera senza alcun confronto con le forze sociali, le associazioni dei docenti e al di fuori della sua sede naturale che è la contrattazione collettiva".