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Scuola, l’allarme dei presidi: “In molti istituti orario ridotto perché mancano i docenti”

L’Associazione nazionale dei presidi, con il suo presidente Antonello Giannelli, sottolinea come la carenza di docenti e il problema delle cattedre vacanti abbia portato alcune scuole a iniziare il nuovo anno applicando l’orario ridotto: “Nei diversi istituti dove ci sono cattedre vuote è chiaro che l’unica soluzione è quella dell’orario ridotto”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un problema che si ripete da anni e che quest’anno, con l’emergenza Coronavirus, emerge in maniera ancora più evidente: è quello delle cattedre vacanti con l’avvio del nuovo anno scolastico. È il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, a denunciare come la carenza di insegnanti quest’anno abbia prodotto anche un altro risultato: la necessità di applicare, in questi primi giorni di scuola, l’orario ridotto. “Una delle maggiori criticità di questo inizio dell'anno scolastico – argomenta Giannelli – è il fatto che mancano diverse decine di migliaia di insegnanti. Nei diversi istituti dove ci sono cattedre vuote, come il caso limite di un istituto comprensivo al Prenestino a Roma dove pare manchi il 50% dei prof, è chiaro che l'unica soluzione è quella dell'orario ridotto. Il fenomeno riguarda molti istituti”.

In alcune scuole mascherine in classe

L’avvio dell’anno scolastico mai come quest’anno è stato al centro dell’attenzione per molti motivi, tra cui l’utilizzo delle mascherine. Sempre Giannelli spiega come “in alcuni istituti superiori, per esempio a Bergamo, una delle città maggiormente colpite dal Covid durante l'inizio dell'emergenza, si è preferito che gli alunni tenessero le mascherine anche seduti ai banchi. Del resto in diversi casi non è possibile rispettare il distanziamento e le disposizioni prevedono che, laddove sia così, le mascherine vadano indossate anche seduti al banco”.

Proprio quello degli spazi è un altro dei problemi cruciali riguardanti l’avvio di quest’anno scolastico: “Se al Nord il problema principale riguarda la carenza di organico, al Sud il problema è il reperimento degli spazi – prosegue il presidente dell’Associazione nazionale presidi –. Al momento i banchi consegnati sono solo 200mila, sui due milioni e 400mila previsti (circa il 10%). Dalle segnalazioni, diverse difficoltà ci sono per gli enti locali in Sicilia e Calabria, alcune situazioni nel Lazio e, tante, in Campania, che però non è ancora partita”.

Le cattedre vacanti a Milano e in Piemonte

Il problema delle cattedre vacanti viene confermato anche dai dati forniti da alcuni uffici scolastici. È per esempio il caso di Milano e provincia, dove i posti di ruolo vacanti sono 5.106, di cui 2.065 di sostegno: un rapporto di un docente mancante ogni cinque, su un organico totale di circa 28mila insegnanti. Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, il rapporto è quasi di una cattedra vuota su due. La situazione viene ritenuta particolarmente critica alle scuole medie, dove mancano 2.184 posti, di cui 906 di sostegno. La carenza di cattedre è significativa anche in Piemonte, come spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, a Sky Tg24: “Inizio la scuola con 20mila cattedre vuote, 20mila insegnanti che mancano, soprattutto quelli di sostegno. Nell’anno del Covid, e con tre mesi di tempo, è ingiustificabile”.

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