Scuola: il governo vuole cancellare le graduatorie d’istituto

Un nuova rivoluzione per il mondo della scuola italiana si profila all'orizzonte e non fa certo piacere ai numerosi supplenti precari. Come anticipato dal sottosegretario all'istruzione, Roberto Reggi, infatti, l'intenzione del governo sembra quella di spazzare via in un solo colpo migliaia di docenti precari non certo con la tanto sognata immissione in ruolo, ma con una ben più definitiva cancellazione di tutte le liste di istituto. Stiamo parlando di quelle liste a cui ogni scuola fa ricorso per supplenze di breve periodo. Tra le novità che il governo sta studiando per riformare la scuola, infatti, troviamo anche la proposta di affidare ai docenti di ruolo le supplenze brevi che finora invece venivano assegnate agli iscritti nelle graduatorie d'istituto. Una proposta che ovviamente ha già messo in fibrillazione il mondo dei precari che verrebbe pesantemente colpito. Affidare le supplenze brevi a docenti di ruolo, tra l'altro senza riconoscimenti enonomici, in effetti significherebbe letteralmente cacciare via un dal mondo della scuola un folto gruppo di persone che ha intrapreso la carriera di docente i questi ultimi anni con le inevitabili conseguenze.
I sindacati dei docenti sul piede di guerra
Marcello Pacifico, il presidente dell'Anief , uno dei sindacati dei docenti, è sicuro che una scelta del genere sarebbe una scelta inappropriata per entrambe le categorie di insegnanti. Questa proposta "significherebbe togliere lavoro a migliaia di docenti inseriti nelle graduatorie di istituto, in un momento in cui in Italia lavoro non ce n'è, mentre imporre ai docenti di ruolo di gestire anche le supplenze, significa oberarli in una misura che va oltre le loro possibilità" ha sottolineato Pacifico, aggiungendo: "I docenti precari vengono dequalificati in modo poco appropriato, senza tener conto del ruolo importante che rivestono all'interno del servizio pubblico scolastico, a favore degli alunni". "Le supplenze a carico del personale di ruolo non sono possibili se non con un aumento dell'orario cattedre" spiegano invece i Cobas che annunciano manifestazioni di protesta.