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Scuola, arriva il Piano di riforme del governo: voucher fino a 500 euro per acquistare pc e tablet

Oggi il Piano nazionale delle riforme redatto dal ministero dell’Economia sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Tanti i temi toccati: fra questi quello della scuola. I fondi stanziati dall’Europa per contrastare l’emergenza coronavirus dovranno essere spesi in un’ottica di modernizzazione e digitalizzazione, due obiettivi che la didattica a distanza ha reso fondamentali. Si pensa anche a voucher per le famiglie economiche in difficoltà: fino a 500 euro per i nuclei con Isee al di sotto di 20 mila euro per l’acquisto di tablet e pc o per il miglioramento della propria connessione.
A cura di Annalisa Girardi
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Il Consiglio del ministri previsto per oggi, lunedì 6 luglio, vedrà sul tavolo il Piano nazionale delle riforme (Pnr) redatto dal ministero dell'Economia: il documento dovrà essere presentato a Bruxelles per illustrare gli obiettivi che il Paese intende raggiungere utilizzando i fondi europei stanziati contro l'emergenza coronavirus. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha infatti sottolineato che le "notevoli risorse che l'Unione europea ha messo in campo dovranno essere utilizzate al meglio", definendo tre priorità: la "modernizzazione del Paese, la transizione ecologica e l'inclusione sociale e territoriale di parità di genere". Tanti i temi affrontati nel documento, dalla riforme fiscale al piano per gli investimenti. Chiaramente non poteva mancare un'attenzione specifica alla sanità, così come alla scuola. Bambini e ragazzi sono stati tra i più colpiti dalla conseguenze dell'epidemia di Covid-19: la chiusura delle scuole e la didattica a distanza hanno evidenziato un "digital divide", un divario in merito alle tecnologie disponibili, che ha escluso molti alunni e studenti dalle lezioni online, minacciando il loro diritto all'istruzione. Per questo, il primo punto che si pone all'interno del Pnr in materia di scuola riguarda proprio la connettività e l'acquisto di strumenti tecnologici affinché nessuno rimanga escluso dalle attività didattiche. In questo senso, non si pensa solo a rafforzare i finanziamenti alle scuole, ma anche a voucher destinati alle famiglie meno abbienti.

Voucher per le famiglie in difficoltà economica

Nella bozza che finirà oggi in Cdm si parla di un aumento di risorse per il Piano scuola di circa 200 milioni (arrivando quindi a 400 milioni totali): sono fondi che serviranno a "rafforzare la connettività delle scuole portando in più di 32.000 istituti la banda ultralarga". Entro due anni, prosegue il documento, le scuole medie e superiori di tutto il Paese dovranno essere connesse con collegamenti in fibra ottica, necessari per la teledidattica. "La connettività sarà gratuita per 5 anni e sarà inclusa la manutenzione delle reti", si aggiunge. Sono inoltre previsti dei voucher per le famiglie, il cui importo sarà basato sulla fascia di reddito di appartenenza. Per le famiglie con Isee sopra i 20 mila euro arriverà un contributo massimo di 200 euro, e potrà essere speso per migliorare la propria connessione, mentre per i nuclei al di sotto di questa soglia il voucher arriverà fino a 500 euro e potrà essere utilizzato anche per l'acquisto di tablet e pc.

"In relazione agli anni scolastici a venire, nell’incertezza dettata dalla possibilità che l’emergenza sanitaria possa ciclicamente ripresentarsi, è compito del Governo continuare a garantire il rafforzamento della complessa struttura di interventi che ha garantito finora la didattica a distanza, traslando le azioni adottate in emergenza in una solida politica di sistema", continua il Pnr. In questo senso si parla di continua formazione del personale docente, sempre in ottica digitale e dei nuovi strumenti tecnologici, di potenziamento della connettività su tutto il territorio nazionale, dell'aumento di risorse destinate alla dotazione di dispositivi tecnologiche all'avanguardia (sia per le scuole che per le famiglie in condizioni di difficoltà economica) e infine della creazione di una piattaforma online ministeriale da utilizzare per la didattica a distanza.

Stop alle "classi pollaio": rivedere i criteri di numerosità

Il documento si concentra in seguito sul tema della dispersione scolastica, affermando che le risorse stanziate dovranno essere utilizzate per la creazione di ambienti di apprendimento che garantiscano parità educativa (specialmente alla fascia tra gli zero e i sei anni) e che favoriscano l'inclusione e contrastino la povertà educativa. Si suggerisce quindi una più ampia partecipazione delle scuole a progetti di portata europea e internazionale, comprese le esperienze di studio all'estero e di mobilità, e il potenziamento della conoscenza di lingue straniere a partire dalla scuola per l'infanzia e primaria. Per migliorare il sistema scolastico, inoltre, "appare ineludibile una revisione dei criteri di numerosità delle classi previsti dal DPR 81/2009, per garantire stabilmente un migliore equilibrio tra le esigenze didattiche e di organizzazione del personale, anche al fine di evitare il fenomeno delle cosiddette classi pollaio". E ancora: "Classi soprannumerarie, strutture fatiscenti, numeri eccessivi e ragazzi con disabilità senza un sostegno formato si scontrano con l’obiettivo necessario di innovazione. Verranno intraprese azioni rivolte alla promozione e diffusione delle metodologie che superino la lezione frontale e privilegino una partecipazione diretta degli studenti nella costruzione del sapere". Infine, un focus anche sull'edilizia scolastica per assicurare la messa in sicurezza di tutte le scuole: il ministero segnala che al momento è attivo un piano che prevede uno stanziamento di oltre 3 miliardi di euro per circa 3 mila interventi, che si aggiungono a quelli già previsti dalla legge di Bilancio 2020.

Università e mercato del lavoro

Per quanto riguarda le università, invece, il Pnr sottolinea: "La spesa italiana per l’istruzione terziaria è inferiore di circa il 30 per cento alla media OCSE". Al tempo stesso, però, "vi è un notevole squilibrio tra domanda e offerta di competenze". Dati di questo tipo rendono necessari una serie di interventi mirati a incrementare il numero di laureati che possano rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. In conclusione: "È prevista l’istituzione di un’Agenzia Nazionale per la Ricerca con funzioni di coordinamento e monitoraggio delle attività svolte da Università, enti e istituti di ricerca pubblici e privati, incrementando la sinergia, la cooperazione e l’integrazione tra di essi e con le istituzioni e il sistema economico e produttivo, in relazione agli indirizzi e agli obiettivi strategici nazionali della ricerca e dell’innovazione".

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