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Scovato lo yacht di Bossi: per l’accusa è stato pagato coi fondi pubblici alla Lega Nord

La scoperta è stata fatta dal Corriere della Sera. L’imbarcazione è attraccata in uno dei porti più esclusivi della Tunisia: ha tre cabine lussuose e tre bagni, e può ospitare fino a sei persone.
A cura di Davide Falcioni
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Due milioni e mezzo di valore, 21 metri di lunghezza, due motori da 1.550 cavalli, tre cabine lussuose e tre bagni. Sono queste alcune delle caratteristiche dello yacht appartenente a Riccardo Bossi, primogenito di Umberto, rinvenuto dal Corriere della Sera a Port El Kantaoui, in Tunisia. Per il Gip di Milano l'imbarcazione sarebbe stata acquistata "avvalendosi di un prestanome e grazie a un'ulteriore appropriazione indebita di Belsito". Insomma, denaro sottratto ai finanziamenti elettorali alla Lega Nord. A quanto pare lo yacht sarebbe la "stella" di Port El Kantaoui. Un'informativa della Guardia di finanza ipotizzava si potesse trattare di una barca battente bandiera inglese costruita nei cantieri inglesi Sunseeker e che fosse stata ormeggiata per un po' in un porto della Costa azzurra, ma c'era chi addirittura dubitava della sua esistenza. Invece c'è ed è ormeggiata nella banchina sud di Port El Kantaoui, proprio di fronte al ristorante Mediterranee.

La cittadina dove è attraccata l'imbarcazione è considerata una delle mete più esclusive della Tunisia. I pescatori locali attribuiscono alla "mafia italiana" l'appartenenza di più di uno dei costosi yacht presenti. Costi di rimessaggio bassi (anche la metà di quelli italiani), discrezione e riservatezza fanno di questa marina il posto ideale per coloro che non vogliono farsi notare, tra i quali non mancano molti armatori onesti. Anche da qui nei giorni caldi e pericolosi della primavera araba fuggirono quegli stessi natanti che esponenti della Lega Nord volevano mitragliare per impedire che raggiungessero le coste italiane.

I documenti trovati dal Corriere della Sera in Tunisia confermano che si tratta di uno yacht Sunseeker, modello "Predator 72", immatricolato il 21 luglio 2008 con il numero 914674 e il nome di "Stella delta". Ha attraccato il 16 marzo 2012, mentre in Italia infuriava lo scandalo sui fondi della Lega finiti nella sede di Cipro della banca della Tanzania e, si accerterà poco dopo, usati anche per pagare spese della famiglia Bossi. Doveva stare tre mesi, invece è ancora lì. Dalle carte risulta che l'imbarcazione appartiene alla società "Stella luxury charter ltd" fondata nel 2007 in Inghilterra, dove ha sede con un patrimonio in beni di oltre un milione e 172mila sterline. Le sue azioni sono possedute da un imprenditore italiano che corre in auto, come Riccardo Bossi, nelle serie minori. La documentazione dice anche che prima di ormeggiare in Tunisia la barca era stata in Sardegna proveniente dal porto di Mentone (Francia). A terra quel 16 marzo scesero due donne e quattro uomini, tra i quali "Bossi Riccardo, nato il 6 maggio 1979, italiano", e il socio unico della Stella Luxury, definito utilizzatore dello yacht, colui che paga anche circa novemila euro l'anno per lo stazionamento in banchina. Almeno tre persone confermano altre presenze di Riccardo Bossi a bordo. Testimoni diversi che, solo sotto garanzia dell'anonimato, raccontano che sul molo tutti sanno che è il figlio di un uomo molto potente in Italia. Basta far vedere la foto di Riccardo Bossi e arriva la conferma: "È lui, al mille per cento. Ha un'aquila sulla schiena", afferma con decisione il primo testimone, uno che lavora qui intorno da anni e conosce tutto e tutti.

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