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Salvini: “Se il governo non taglia le tasse e non toglie la Fornero è complicato starci”

Il leader della Lega dice di non essersi pentito per l’ingresso del partito nel governo Draghi, ma invita l’esecutivo a fare di più sul taglio delle tasse, la pace fiscale e la riforma pensionistica.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Non sono pentito di essere al governo a sostenere Draghi, ma o questo è un esecutivo che taglia tasse, lavora sulla pace fiscale e toglie la Fornero, oppure alla lunga è complicato starci". Matteo Salvini, mentre nella Lega aumentano le fibrillazioni dopo i risultati deludenti di amministrative e referendum sulla giustizia, pungola il governo.

Il leader del Carroccio, intervistato da Porta a Porta, ribadisce di aver fatto una scelta di "responsabilità" quando un anno fa disse sì a Mattarella e Draghi per entrare nella maggioranza. "In un momento di epidemia con gli ospedali pieni e il presidente della Repubblica che ti chiede se ci sei – argomenta- io mi tolgo la casacca della Lega, mi tengo quella di italiano e dico sì". Poi, però, ammette di non aver guadagnato voti, anzi.

Quanto alle comunali, in vista dei ballottaggi invita la coalizione di centrodestra a restare unita, superando dissidi e antipatie personali, anche dopo numeri che danno la Lega ben al di sotto di Fratelli d'Italia. "A Verona – auspica- ci sia un'intesa di tutto il centrodestra, quindi Sboarina con Tosi. Le mie simpatie (leggasi antipatia per Tosi n.d.r.) non devono avere ricadute e vanno superate". Tosi è stato infatti espulso dalla Lega nel 2015 e nel 2016 ha appoggiato il referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi, prima di essersi ricandidato alla guida di Verona con Forza Italia.

Quanto alla guerra in Ucraina il numero uno del Carroccio saluta positivamente la visita di domani a Kiev da parte di Draghi, Scholz e Macron, ma li invita ad andare anche a Mosca, con l'obiettivo di raggiungere la pace. In relazione al suo possibile viaggio nella capitale russa, ribadisce che avrebbe avvisato tutti se fosse partito. "Vado avanti con trasparenza e a testa alta – aggiunge- ma ci sono rimasto male umanamente, non politicamente, mentre dei contatti con più ambasciate lo sapevano tutti". Poi spiega che le sanzioni adottate fino ad oggi contro la Russia la stanno "avvantaggiando Mosca e danneggiando l'Italia". Quindi conclude chiedendo a Bruxelles di "tenere presente le ricadute negative sulla nostra economia, perché i lavoratori poi non possono andare a mangiare a casa di Renzi e Di Maio".

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