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Guerra in Ucraina

Salvini rinuncia definitivamente alla missione di pace: sfumato il viaggio a Mosca

Il segretario della Lega Matteo Salvini cancella definitivamente la sua missione di pace a Mosca: “Non ci sono le condizioni in questo momento”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il segretario della Lega Matteo Salvini sembra aver rinunciato definitivamente alla missione di pace a Mosca. "Non ci sono le condizioni in questo momento: mi sembra evidente. Ma è incredibile che anche in questa mattinata il problema sia Matteo Salvini e i suoi tentativi di tornare alla pace e non i morti e non la fame nel continente africano, figlia della guerra e del grano bloccato, e non la disoccupazione e le tensioni sociali che si affacciano in Italia", ha detto oggi al ‘The Breakfast Club' su Radio Capital.

"Spero che tutti gli altri colleghi di tutti gli altri partiti si stiano adoperando con trasparenza e testa alta per riportare le parti che stanno combattendo al tavolo del dialogo, altrimenti rischiamo veramente la terza guerra mondiale e poi non ce n'è più per nessuno", ha aggiunto. Hanno probabilmente influito sul cambio di agenda del leader del Carroccio anche le parole minacciose di Medvedev scritte su Telegram per colpire i Paesi ostili al Cremlino: "Li odio, sono bastardi, imbranati, degenerati e fanatici. Vogliono la morte per la Russia e, finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire", ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa.

Ma Salvini aveva già fatto marcia indietro già a finme maggio, dopo le critiche ricevute praticamente da tutte le parti politiche, visto che un suo eventuale viaggio non sarebbe stato ben visto nemmeno da Forza Italia e Fratelli d'Italia: "Non essendo un viaggio di piacere, ma un viaggio in una zona di guerra, se si aggiunge il coro di sottofondo di Letta, Meloni, Renzi, Calenda e degli intellettuali radical chic che preferiscono le armi e il conflitto, vediamo se ci sono le condizioni: per la pace sono disposto a tutto, a incontrare tutti", aveva detto.

Salvini oggi si è difeso ancora per la vicenda degli incontri con l'ambasciatore russo Razov, organizzati per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina: "L'ho raccontato ai giornali e non solo al presidente del Consiglio. Siamo a quattro giorni dal referendum, ma interessano le cene nelle ambasciate, annunciate in diretta televisiva. Che il segretario di un partito parli con ambasciatori francesi, cinesi, americani, russi, tedeschi o indiani fa parte del suo lavoro. Lo rifarei? Io per la pace faccio di tutto. E poi l'aggressore è la Russia. Il cessate il fuoco a chi si deve chiedere se non alla Russia? Lavoriamo per una risoluzione che metta d'accordo tutto il Parlamento e che metta al centro la diplomazia. Dividerci in tempi di guerra e dopo due anni di pandemia sarebbe sbagliato".

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