Salvini promette di nuovo la flat tax per alzare gli stipendi dei dipendenti: cosa può cambiare davvero

Interpellato dai giornalisti a margine del Forum di Cernobbio, il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha elencato le priorità del suo partito, dato che nelle prossime settimane inizieranno i lavori sulla legge di bilancio per il 2026. Ha parlato della flat tax, uno dei cavalli di battaglia del Carroccio. Per le partite Iva, che hanno già una tassa piatta del 15% per i redditi fino a 85mila euro, si vorrebbe alzare il tetto a 100mila. Ma non solo: "Stiamo ragionando di come estendere a una parte dello stipendio dei lavoratori dipendenti il regime forfettario", ha aggiunto a Class Cnbc.
Non è la prima volta che Salvini mette sul piatto la proposta di una flat tax che coinvolga i dipendenti (e, in passato, anche i pensionati). Il sogno della Lega, quello su cui ha fatto campagna elettorale, sarebbe quello di una tassa piatta al 15% su tutte le entrate. Tanto che sul sito del partito c'è anche un piano per raggiungerla. Ma la realtà è che si tratta di una misura costosissima, sostanzialmente impossibile da realizzare. Infatti, dopo tre anni di governo e tre manovre, il piano è fermo. Quello che potrebbe finire nella manovra 2026 è un contentino: una riduzione delle tasse su straordinari, festivi e lavoro notturno.
Come possono cambiare le tasse sugli stipendi con la manovra 2026
Salvini ha parlato non a caso di "una parte dello stipendio dei lavoratori dipendenti". I retroscena emersi a fine agosto parlavano di un piano per gli stipendi su cui il governo starebbe lavorando, e che includerebbe anche un'imposta ridotta per la paga legata agli straordinari, i festivi e il lavoro nei turni di notte. Questa sarebbe la "flat tax per i dipendenti" promossa da Salvini.
Il meccanismo sarebbe, con tutta probabilità, molto simile a quello che esiste già per i premi di produzione. Da quest'anno, sui soldi ottenuti in busta paga come premi di produzione si paga solo il 5% di Irpef (prima era il 10%), purché si rispettino dei requisiti: massimo 3mila euro all'anno di premi, e reddito complessivo dei lavoratori non oltre gli 80mila euro. Si parla di una misura rivolta a un numero limitato di dipendenti, anche perché i premi di produzione dipendono da accordi aziendali che possono variare molto da un'impresa all'altra.
L'idea, con cifre e paletti ancora tutte da definire, sarebbe di applicare una tassa simile anche agli straordinari, alla paga per i giorni festivi e per il lavoro notturno. In questo modo si allargherebbe di molto la platea, anche se resta da vedere quali sarebbero i requisiti da rispettare. In ogni caso, la proposta è ben lontana dalla "flat tax" che la Lega ha promesso e rilanciato più volte negli anni.
Tutte le volte che Salvini ha promesso la flat tax ai dipendenti
Non è un segreto che la flat tax sia uno dei punti su cui il Carroccio spinse molto nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 2022. Il piano era quello già citato: in cinque anni di legislatura, passare da una flat tax del 15% per le partite Iva con un reddito fino a 65mila euro (che esisteva già), a un'aliquota piatta uguale per tutti: autonomi, dipendenti, pensionati.
Dopo tre anni al governo, il risultato raggiunto è che il tetto per le partite Iva si è alzato a 85mila euro. Un risultato, peraltro, ottenuto già con la primissima manovra varata dopo pochi mesi in carica dell'esecutivo Meloni. L'obiettivo a cui si punta nella prossima legge di bilancio (la quarta su cinque) è di alzare effettivamente la soglia a 100mila euro. Questo completerebbe solo la Fase uno del piano promesso prima delle elezioni.

Negli anni la Lega è tornata più e più volte a proporre un allargamento della flat tax, venendo bloccata ogni volta. Sono arrivati solo piccoli allargamenti. Ad esempio, fino all'anno scorso le partite Iva che approfittavano la flat tax potevano avere anche delle entrate da dipendenti, ma solo fino a un massimo di 30mila euro all'anno; da quest'anno, il limite è salito a 35mila euro. Il Carroccio aveva chiesto di arrivare a 50mila euro, ma anche in quell'occasione, come in tutte le altre, gli alleati sono intervenuti e hanno ridimensionato la richiesta.
Giorgetti ridimensiona tutte le ipotesi sulla manovra: "In estate ipotesi fantasiose"
Poche ore dopo le parole di Salvini, sul palco del Forum di Cernobbio è salito il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, leghista. "Naturalmente durante l'estate, come sempre avviene, c'è una serie di fuochi di artificio" riguardanti la manovra, ha detto, con "proposte più o meno interessanti, alcune sicuramente stimolanti, alcune fantasiose, alcune con una certa verosimiglianza".
È vero che sono settimane in cui le indiscrezioni corrono – peraltro spesso diffuse dai partiti o dal governo stesso. E probabilmente Giorgetti non aveva in mente le parole di Salvini sulla flat tax per i dipendenti quando ha parlato di "ipotesi fantasiose", per quanto non siano mancate anche dalla Lega delle uscite sui contenuti della legge di bilancio, specialmente sulla rottamazione quinquies. In ogni caso, il ministro ha concluso dicendo che è come "il calciomercato durante il mese di agosto, con notizie più o meno verosimili di scambio o di acquisti di giocatori. C'è anche un manovra-mercato nel mese di agosto, e anche a settembre".