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Elezioni politiche 2022

Cos’è la flat tax, perché se ne parla così tanto e quanto costa

Lega e Forza Italia propongono l’introduzione di una flat tax, cioè l’introduzione di un’aliquota unica per tutti i contribuenti. Le proposte di Salvini e Berlusconi si differenziano: il primo vorrebbe una tassazione al 15%, il secondo al 23%.
A cura di Annalisa Cangemi
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La flat tax, ‘tassa piatta', è uno dei principali cavalli di battaglia del Centrodestra in questa campagna elettorale, e prevede l'introduzione di un'aliquota unica per tutti i contribuenti, senza alcuna progressività, in sostituzione delle attuali quattro aliquote Irpef (dal 23 al 43%) e dei quattro scaglioni di reddito. Oggi la flat tax è già in vigore per le partite Iva con un reddito fino a 65mila euro annui, con aliquota al 15%.

La proposta è menzionata soprattutto da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che però propongono due aliquote diverse. Il primo vorrebbe una flat tax al 15%, estendendola anche a lavoratori dipendenti e pensionati in cinque anni, partendo da chi guadagna di meno. La proposta originaria della Lega prevedeva una no tax area per redditi fino a 7mila euro, con una "clausola di salvaguardia per tutti i redditi familiari fino a 15.000 euro i quali potranno continuare ad essere assoggettati al regime di imposta vigente nel caso il nuovo non fosse migliorativo". Prevedeva inoltre due scaglioni – da 0 a 35mila euro e da 35mila a 50mila euro – a cui applicare una deduzione fissa, cioè uno sconto, di 3mila euro.

Mentre Berlusconi propone una ‘tassa piatta' al 23% per tutti, famiglie e imprese, con un'esenzione fiscale per i redditi fino a 12mila euro. Secondo le stime dei proponenti la misura servirebbe a diminuire il carico fiscale, combattere l'evasione e aumentare le entrate dello Stato.

Per Berlusconi la flat tax al 23% è frutto di "approfonditi studi e ricerche" compiute fin dal 1994 "col ministro Martino". "Non vogliamo creare ulteriore deficit", dice, ma produrre sviluppo in modo da aumentare le entrate fiscali riducendo il carico su imprese e cittadini. Berlusconi ha detto che fin dalla sua discesa in campo ha compiuto "molte ricerche" e in tutti i 57 Paesi in cui è in vigore una flat tax sono stati ottenuti "grandi successi: questo sistema, oltre a ridurre il carico fiscale, ha generato sviluppo e occupazione, facendo mediamente aumentare del 30% le entrate fiscali". Berlusconi ha aggiunto che, considerando la prospettiva di governare "almeno cinque anni" col centrodestra, "la crescita che produrremo consentirà ulteriori abbassamenti della pressione fiscale anche al di sotto del 23%".

Fratelli d'Italia propone flat tax incrementale

La leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni si mostra cauta nei confronti delle proposte fiscale dei due alleati. Anzi nei giorni scorsi aveva chiesto espressamente di evitare "promesse irrealizzabili". Fratelli d'Italia propone invece l'introduzione di una tassa piatta limitata ai redditi incrementali, ovvero all'eventuale quota di imponibile dichiarato che superi i livelli dell'anno precedente. Una linea comune ancora non è stata decisa, e verrà definita nelle prossime ore, quando sarà ultimato il programma del Centrodestra.

Quanto costa la flat tax?

Per i più critici però la proposta avrebbe troppi costi, e non sarebbe realizzabile. Si calcola che costerebbe circa 50 miliardi di euro, nel caso della proposta della Lega, mentre ci vorrebbero tra i 20 e i 30 miliardi ogni anno per attuare quella di Forza Italia. Secondo il M5s, infatti, "il 44% dei contribuenti Irpef dichiara meno di 15mila euro, scaglione al quale si applica la prima aliquota del 23%, e nel combinato disposto no tax area e detrazioni varie di fatto pagano un’Irpef annuale inferiore. Sarebbe, invece, una sicura operazione di successo per i ceti più abbienti", spiega il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento.

Secondo uno studio della Uil i redditi fino a 27mila euro pagherebbero di più rispetto al sistema attuale. Secondo le stime un contribuente con un reddito di 11mila euro lordi l’anno dovrebbe pagare 1.819 di tasse in più, il 200%. Mentre chi percepisce 17.600 euro il 72%, chi ha un reddito di 23mila euro il 29% in più. La tassazione cambia per chi guadagna intorno ai 30mila, cioè -22%. Per chi ha un reddito superiore ai 50mila euro le tasse si ridurrebbero del 43%. Ma secondo i proponenti l’effetto negativo sui redditi bassi verrebbe compensato da una detrazione di circa 3mila euro annui.

Anche secondo il Centro consumatori Italia, che ha analizzato le proposte, a guadagnarci sarebbero i ceti più abbienti. Con la flat tax al 15% si avrebbero circa 100 euro in più al mese per i redditi più bassi, e aumenti superiori ai mille euro per quelli più ricchi, con punte fino a 4mila euro per chi ha pensioni d'oro, stipendi manageriali e vitalizi vari.

In base all'elaborazione, che applica la flat-tax al 15% rispetto alle attuali fasce di tassazione Irpef, emerge che chi ha redditi bassi sino a 15mila euro avrebbe aumenti di circa 100 euro al mese per 12 mensilità; per la fascia da 15.000-28.000 euro di reddito, gli aumenti arrivano fino a 208 euro al mese per 12 mensilità; per i redditi da 28.000-50.000 euro, gli aumenti sono fino a 575 euro al mese. Aumenti ancora più consistenti per la fascia di reddito tra 50.000 e 75.000 euro, con aumenti fino a 1.158 euro al mese per 12 mensilità. Per chi guadagna 75.000-100.000 euro gli aumenti arrivano fino a 1.742 euro al mese. Infine, le pensioni d'oro o gli stipendi manageriali e vitalizi vari, arriverebbero a guadagnare anche 4.000 euro mensili in più.

L'operazione "innanzitutto esclude benefici a: incapienti, casalinghe, disoccupati, lavoratori precari ecc, ma soprattutto tocca uno dei temi più scottanti che attraversa il nostro contesto sociale: aumenta di molto la ‘diseguaglianza'", afferma il presidente del Centro Consumatori Italia Rosario Trefiletti. Inoltre, aggiunge, "si passa quindi da una progressività fiscale come vuole la Costituzione ad una detassazione fortemente progressiva in aiuto ai benestanti e ricchi. Insomma una vera e propria proposta indecente".

"In una situazione come quella che stiamo affrontando, gravissima sotto il profilo socio economico, ogni intervento dovrebbe essere inteso ad aiutare il reddito delle fasce di popolazione che maggiormente soffrono. Con la flat-tax si fa invece l'opposto".

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