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Salvini: “La parola coprifuoco non mi piace. Limitazioni a libertà personali siano ultima spiaggia”

A me personalmente la parola coprifuoco piace molto poco. Le limitazioni delle libertà personali mi piacciono poco e devono essere l’ultima spiaggia”: così Matteo Salvini, commenta la possibilità di un lockdown in Lombardia, ipotizzata dal governatore Attilio Fontana per limitare la diffusione dei contagi nella Regione. E attacca il governo: “Se le Regioni e i Comuni sono costretti a chiudere è perché sul trasporto pubblico locale, metropolitane, treni e autobus, che è la vera emergenza, il governo non ha fatto nulla”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, commenta la possibilità di un lockdown in Lombardia, ipotizzata dal governatore Attilio Fontana per limitare la diffusione dei contagi nella Regione. "A me personalmente la parola coprifuoco piace molto poco. Le limitazioni delle libertà personali mi piacciono poco e devono essere l'ultima spiaggia", sottolinea il segretario del Carroccio. Alcuni giorni fa, prima che Fontana avanzasse questa eventualità, aveva detto: "Il coprifuoco si fa in tempo di guerra, non penso che il virus vada a letto alle 21.30. Mi spieghino l’evidenza scientifica per cui posso girare per Milano fino alle 21 e poi devo andare a casa, mi sembrano cose strampalate e prive di senso". E aveva aggiunto: "Parlare di chiusure e coprifuoco ci danneggia all’estero: facciamo tutto quello che la salute ci richiede di fare ma senza terrorizzare o rinchiudere un popolo".

Salvini attacca quindi il governo: "Chiediamo interventi economici al governo. Se le Regioni e i Comuni sono costretti a chiudere è perché sul trasporto pubblico locale, metropolitane, treni e autobus, che è la vera emergenza, il governo non ha fatto nulla. Sulla scuola ha fatto poco e male. Sul sostegno alle imprese ha fatto poco e male. Io mi domando da cittadino italiano cosa abbia fatto per cinque mesi il governo. Sulla sanità, sulla scuola, sui trasporti, sul commercio… cinque mesi persi". Il senatore leghista ha commentato anche la situazione epidemiologica: "Non vorrei che a novembre si ricominciasse come a febbraio. I dati fortunatamente sono ben diversi, quindi attenti sì, cauti sì, ma terrorizzati no. Non sono i dati né di febbraio, né di marzo. Se sindaci e governatori sono costretti a chiudere, qualcuno da Palazzo Chigi spieghi perché sugli autobus, sugli ospedali e sulla scuola non si è fatto nulla".

Le dichiarazioni di Salvini arrivano dalla piazza di fronte alla sede dell'Inps a Roma, dove i parlamentari della Lega hanno protestato affinché venga pagata tempestivamente la cassa integrazione. "Il modo in cui sono stati trattati centinaia di migliaia di lavoratori italiani e di partite IVA in attesa dei bonus è indegno! Basta scaricabarile e rimpalli", ha scritto il segretario della Lega su Twitter.

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