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Elezioni politiche 2018

Salvini: “Il premier spetta al centrodestra, ma non possiamo governare da soli”

Salvini in un’intervista spiega che “bisogna mettersi al tavolo con tutti, anche con il M5S”, così come è accaduto per la scelta delle presidenze di Camera e Senato. Ma ribadisce che la formazione di un esecutivo sarà un’altra partita.
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A cura di Annalisa Cangemi
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"Dico che il centrodestra è compatto e resterà compatto anche in seguito. E che il premier spetta al centrodestra", il segretario del Carroccio Matteo Salvini lo ha ribadito in un'intervista pubblicata da Messaggero, Mattino e Gazzettino, precisando, così come ha fatto il leader pentastellato Di Maio, che adesso la palla spetta al Quirinale: "Si parte dal programma del centrodestra, ma non potendo governare da soli, perché al momento non abbiamo numeri sufficienti, siamo disposti ad ampliare e a modificare il nostro programma, tutelandone la coerenza. Non sono uno che s' impunta. Non andrò a dire al Capo dello Stato: il programma deve essere mio, la lista dei ministri è quella che dico io e comando io".

"Bisogna mettersi al tavolo con tutti, e certamente anche con M5S", aggiunge. Con Di Maio, precisa, "abbiamo lavorato insieme, perché venissero eletti alle presidenze", ma ripete che l'intesa raggiunta sabato sulle presidenze delle Camere è stato un ottimo risultato, ma che la formazione dell'esecutivo sarà un'altra partita, che si giocherà su differenti equilibri. Salvini ha già detto che non intende cedere all'avversario la premiership.

Salvini spiega che non ha intenzione di imporsi davanti al presidente Mattarella, e che tenendo fermi alcuni punti del programma del centrodestra, come l'abolizione della legge Fornero, è disposto ad ampliarlo. Tradotto: non ci saranno sgambetti agli avversari, e il leader del Carroccio è disposto anche a fare un passo indietro, concedendo un po' di terreno al M5S. Sul reddito di cittadinanza il segretario della Lega ha detto: "Non ho capito quale sia l'idea di reddito di cittadinanza dei 5stelle, quando lo capiremo ne parleremo". Salvini dice di essere d'accordo con l'idea di istituire "un prestito, un contributo finché uno non ritrova un lavoro", ma "l'assistenzialismo, soprattutto al Sud ha fatto troppo disastri".

Sul nome del futuro premier sta circolando anche quello del leghista Giorgetti, in alternativa allo stesso Salvini: "La lotteria dei nomi come s'è visto nella vicenda dei presidenti delle Camere, non serve a nulla. Sicuramente io sono pronto a fare il premier, però prima viene il programma. Il nome di chi dirige il governo è l'ultima cosa". E spiega: "In questo Paese il problema non sono io. Io mi metto a disposizione. Se mi rendessi conto che per aiutare questo Paese ci sono anche altre persone che possono dare una mano per carità di Dio non sono io a dire di no".

"Il problema non è la persona. Il problema è il programma. E chiunque ci sostenga e ci aiuti a realizzare questo programma farà parte della maggioranza – spiega poi durante un intervento su Radio 1 – "Non abbiamo mai parlato di Governo con i 5 stelle. Il che non esclude che un domani, se si facesse un accordo, si possa lavorare insieme, però in caso sarà su un programma di centrodestra, dove ci sono le idee della Lega. Lo offriremo ai 5 stelle e a tutti gli altri e perché no, anche al PD, anche se penso sia difficile si possa governare con chi ha governato negli ultimi 5 anni".

A proprio a proposito della scelta di Elisabetta Casellati come presidente del Senato, espressione del Nord, e di Roberto Fico, come incarnazione del Sud, Salvini ha detto che l'Italia va ricucita, e "la Lega sta lavorando a questa ricucitura, fin dal momento in cui sono diventato segretario. Nel centrodestra, il partito più votato a Roma e nel centro Italia è il nostro. E questo è indicativo di un messaggio che è stato capito. È fatto di autonomie e federalismo, con un ruolo forte per Roma". Parlando del Mezzogiorno, sottolinea che "la tassa unica al 15 per cento è richiesta ovunque da tanti imprenditori, ma gli effetti più forti li avrebbe al Sud, sul turismo, sull'agricoltura. E tante aziende anche straniere, con una tassazione ridotta, potrebbero andare in questa parte d'Italia. Con i 5 stelle, proprio sul Sud ci dovremo chiarire bene", "non servono regalie ma garanzie che permettono di rientrare nel mondo del lavoro. Più assistenza, ben finalizzata, occorre nel Mezzogiorno e non assistenzialismo". 

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