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Salvini annuncia una direttiva per impedire la zona 30 a Bologna

Dopo lo scontro a distanza con il sindaco di Bologna, Matteo Salvini alza il livello: contro la zona con il limite a 30 km/h, il ministro dei Trasporti sta preparando una nuova direttiva “per chiarire e semplificare il tema dei limiti di velocità”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dalle parole ai fatti, in poco più di 24 ore. La diatriba sugli uccellini ha infuocato il Paese per mezza giornata, ma il livello dello scontro tra Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, e Matteo Lepore, sindaco di Bologna, si è già alzato. Motivo del contendere: la zona 30 in vigore in città da martedì scorso, fonte di polemiche dalla presentazione avvenuta mesi fa. Il limite a 30 km/h non è mai piaciuto al leader della Lega, che si trova nella posizione scomoda – anche per un funambolo come Salvini – per cui da un lato sostiene l'importanza della sicurezza nelle strade, dall'altro porta avanti la narrazione del Paese che corre a lavorare e non può rallentare la marcia.

Dopo aver tirato in mezzo gli uccellini, tentando di ridicolizzare il provvedimento della giunta di Bologna che – tra le altre cose – aveva semplicemente scritto che la misura avrebbe ridotto l'inquinamento acustico, Salvini non ha mollato la presa: "Il Mit sta lavorando a una direttiva per chiarire e semplificare il tema dei limiti di velocità, con particolare riferimento ai centri urbani e come stabilito dall’articolo 142 comma 2 del codice della strada – si legge in una nota minacciosa diffusa in mattinata dal suo staff – L’obiettivo del ministero è trovare un ragionevole equilibrio tra l’esigenza di garantire la sicurezza (che resta una priorità) ed evitare forzature che rischiano di generare l’effetto contrario. In questo senso, il Mit ha già portato in Conferenza Unificata anche una proposta per limitare l’utilizzo degli autovelox nei centri urbani e per controllare limiti sotto i 50 all’ora (come nel caso del comune di Bologna). L’obiettivo è far utilizzare i rilevatori di velocità e introdurre le zone 30 in zone sensibili e a rischio incidenti, anziché in modo generalizzato e quindi meno efficace se non addirittura vessatorio nei confronti degli utenti della strada".

Poi la comunicazione di Salvini cita l'articolo in questione:

Entro i limiti massimi suddetti, gli enti proprietari della strada possono fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocita' minimi e limiti di velocita' massimi, diversi da quelli fissati al comma 1, in determinate strade e tratti di strada quando l'applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi, seguendo le direttive che saranno impartite dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Gli enti proprietari della strada hanno l'obbligo di adeguare tempestivamente i limiti di velocita' al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti puo' modificare i provvedimenti presi dagli enti proprietari della strada, quando siano contrari alle proprie direttive e comunque contrastanti con i criteri di cui al comma 1. Lo stesso Ministro puo' anche disporre l'imposizione di limiti, ove non vi abbia provveduto l'ente proprietario; in caso di mancato adempimento, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti puo' procedere direttamente alla esecuzione delle opere necessarie, con diritto di rivalsa nei confronti dell'ente proprietario.

Qualora non fosse abbastanza chiaro, il messaggio scritto tra le righe dal leader della Lega è il seguente: l'ultima parola è del ministero dei Trasporti, per cui o la giunta di Bologna ritira il provvedimento con le buone – magari dopo un fruttuoso dialogo con il Mit – oppure le verrà imposto dall'alto. Sembra che presto si tornerà a correre insomma, come vuole Salvini.

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