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Salvini ancora contro Lamorgese, la ministra: “Attacchi martellanti danneggiano tutto il governo”

Il leader della Lega attacca ancora la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. Che replica, affermando di essere disponibile per un faccia a faccia: “Quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo”.
A cura di Annalisa Girardi
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Matteo Salvini attacca ancora la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. L'ultima critica arriva dopo i fatti di cronaca avvenuti nella notte a Rimini, dove un uomo di origine somala ha ferito alcune persone con un coltello. Al di là del contesto specifico, il punto del leader della Lega è sempre lo stesso: Lamorgese dovrebbe farsi da parte. "Se non può, non sa o non vuole fare il suo lavoro, lo lasci fare a qualcun altro. Tra rave, sbarchi senza sosta e clandestini violenti, è spaventoso che l'unica preoccupazione del ministro siano le critiche della Lega", ha detto Salvini. Ora arriva la replica della ministra che, in un'intervista al Corriere della Sera afferma: "Quando gli attacchi partono da chi sostiene il governo, diventando martellanti e personali, finiscono per danneggiare l’immagine dell’amministrazione e dell’intero esecutivo, in un momento molto delicato per il Paese nel quale occorrerebbe più coesione".

In altre parole, gli attacchi di Matteo Salvini non colpiscono solo la titolare del Viminale, ma l‘intero governo. Di cui la Lega fa parte. Lamorgese prosegue raccontando che da tempo ha confermato al presidente del Consiglio, Mario Draghi, di essere disponibile per un faccia a faccia, come richiesto dallo stesso leader leghista. "Non mi sottrarrò certo al confronto, anzi ascolterò con interesse le eventuali proposte che il senatore Salvini saprà indicare su un tema molto complesso qual è l’immigrazione", afferma Lamorgese.

Per poi proseguire, precisando che la gestione dei flussi migratori non è solo una questione di diritti umani, ma anche di politica estera, di rapporti con gli altri Paesi europei, di scelte strategiche in particolare verso Nord Africa, Sahel, Afghanistan e Balcani. A chi la accusa di aver favorito l'aumento degli sbarchi, la ministra risponde: "Dobbiamo essere consapevoli che l’immigrazione è un fenomeno strutturale e non congiunturale, che ci accompagnerà a lungo. E la crisi pandemica ha acuito una depressione socio-economica nelle aree tradizionali di origine e transito dei flussi, favorendo ancor più la spinta migratoria".

Mentre, dall'altro lato, a chi fa notare che spesso le navi che salvano persone in mare sono costrette a giorni di stallo prima che venga loro assegnato un porto sicuro, esattamente come accadeva con i decreti Sicurezza di Salvini, replica: "Da oltre un anno il Covid-19 ha reso più complesse tutte le procedure di prima accoglienza, soprattutto quelle che riguardano l’allestimento delle strutture di isolamento sanitario, tanto che abbiamo dovuto ricorrere alle navi traghetto per lo svolgimento della quarantena. Siamo stati costretti a individuare soluzioni articolate per evitare l’impatto sulle comunità locali e organizzare il necessario screening sanitario di tutti i migranti al momento dello sbarco".

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