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Salone dell’auto, Appendino ritira deleghe al vicesindaco: “Basta battute d’arresto e compromessi”

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha deciso di ritirare le deleghe al suo vice, Guido Montanari, dopo il caso del Salone dell’Auto (che si trasferirà a Milano). Appendino chiede al consiglio comunale un “pieno mandato”, con l’obiettivo di evitare una situazione di stallo: “Se il male minore dovesse essere la fine anticipata di questa amministrazione, così sarà”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La crisi nella giunta torinese, dopo il caso del Salone dell’Auto (che passerà dal capoluogo piemontese a Milano), viene chiusa dalla sindaca Chiara Appendino con la decisione di revocare le deleghe al suo vice, Guido Montanari. L’annuncio è arrivato con un post su Facebook, nel quale la sindaca spiega di aver “sollevato il prof. Guido Montanari dal suo ruolo di vicesindaco e revocato le deleghe che aveva in capo. La decisione segue le frasi pronunciate sul Salone dell’Auto che non hanno visto smentita”. La prima cittadina di Torino, quindi, ci tiene a sottolineare che la decisione è dovuta proprio allo scontro sul Salone dell’Auto e alle frasi del vicesindaco che si era augurato che la grandine potesse portarsi via gli stand.

Appendino parla di una scelta difficiledal punto di vista umano, ma necessaria nell’interesse della città e della sua immagine. Al prof. Guido Montanari va il ringraziamento per il lavoro svolto in questi tre anni”. È lo stesso vicesindaco a rispondere sostenendo di non avere alcun “motivo di dimettermi: revocare le deleghe è un suo potere, valuteranno i consiglieri e il resto della giunta”, ha dichiarato all’Ansa. Montanari accusa poi Appendino: “Colgo un orientamento legato ai vecchi poteri forti della città”.

La sindaca Appendino in consiglio comunale

La sindaca di Torino ha poi riferito in consiglio comunale, dopo l’annuncio via Facebook. Appendino ha fatto sapere di voler chiedere all’aula un “mandato pieno”: “Se il male minore dovesse essere la fine anticipata di questa amministrazione, così sarà”. Il suo messaggio è chiaro: “Non intendo accettare battute d’arresto e compromessi al ribasso e su questo vincolerò il mandato. Una perdurante situazione di stallo procurerebbe alla città anni che non può permettersi”. Ciò che chiede la sindaca ora è una “prova di maturità”. “Non sono disposta in alcun modo ad andare avanti col freno a mano tirato”, ha concluso.

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