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Sale il prezzo delle sigarette, via agli aumenti fino a 20 centesimi: come cambiano i costi

Il prezzo delle sigarette è aumentato: per molti marchi di sigarette, sigari e tabacco trinciato sono scattati aumenti da ieri, 20 marzo. In alcuni casi si arriva anche a 20 centesimi per pacchetto. L’Agenzia dei monopoli ha comunicato l’aumento e ha fornito un elenco ufficiale e completo con tutti i prezzi che sono saliti.
A cura di Luca Pons
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Via all'aumento del prezzo delle sigarette: molti pacchetti costeranno fino a 20 centesimi in più. L'aumento è stato annunciato ieri con una circolare dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, ed era stato deciso dal governo con la scorsa legge di bilancio. Si tratta della seconda fase degli aumenti, dato che diversi marchi avevano visto il prezzo salire già all'inizio di febbraio. Infatti, il 2 febbraio è scattato l'aumento del costo fisso, passato a 29,30 euro per mille sigarette, mentre prima era a 20,20 euro. Questo aveva significato un aumento di 10-12 centesimi per ogni pacchetto, in media.

A fronte delle nuove accise, "fabbricanti e importatori" hanno "chiesto la variazione del prezzo di vendita di alcune marche di tabacco lavorato", ha fatto sapere l'Adm. Così, dopo le valutazioni necessarie dell'Agenzia, sono scattati gli aumenti per sigari, tabacco trinciato  e anche per molte marche di sigarette. Per alcuni dei marchi più noti si arriva ad aumenti anche di 20 centesimi al pacchetto, che significano circa 6 euro al mese per chi compra un pacchetto al mese. L'Adm ha pubblicato un elenco ufficiale dei prezzi aumentati per ciascuna delle marche, sia per quanto riguarda le sigarette che per le altre categorie: sigari, sigaretti, tabacco trinciato, tabacco da fiuto e da mastico.

Una lamentela è arrivata dall'associazione di consumatori Codacons, che si è detta "favorevole all'aumento dei prezzi dei prodotti che danneggiano la salute e mettono a rischio la vita umana", ma ha attaccato: "Intervenire solo sui listini delle sigarette sembra sortire effetti solo sui conti dello Stato, e non sulla salute pubblica". Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha sottolineato che "tra il 2015 e il 2022, in base ai dati ufficiali dell'Iss, il numero di fumatori è sceso solo di 1 milione, passando da 11,5 milioni di persone (il 22% della popolazione) a 10,5 milioni (il 20,5% della popolazione)". Una cifra che secondo Rienzi dimostra la necessità di fare altro, oltre all'aumento dei costi: "Oltre ad intervenire sui prezzi con innegabili vantaggi per le casse statali, serve avviare una battaglia serrata al fumo e alla dipendenza da fumo, con misure davvero efficaci che allontanino i cittadini, soprattutto i giovani, dalle sigarette", ha detto.

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