117 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
News sul salario minimo in Italia

Salario minimo, l’Istat spiega chi ci guadagnerebbe di più con lo stipendio a 9 euro l’ora

Se ci fosse un salario minimo a 9 euro l’ora lordi, in Italia 3 milioni di persone avrebbero uno stipendio più alto, in media di 804 euro all’anno, ma in molti casi anche più di 1500 euro all’anno. I vantaggi andrebbero soprattutto a giovani, donne e abitanti del Sud. A dirlo è stata l’Istat, in audizione alla Camera.
A cura di Luca Pons
117 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Sono 3,6 milioni i rapporti di lavoro in Italia che avrebbero un beneficio se venisse stabilito un salario minimo legale. Il dato è dell'Istat, e la dirigente Nicoletta Pannuzi l'ha presentato oggi davanti alla commissione Lavoro della Camera in un'audizione proprio sulla proposta di legge per il salario minimo. I 3,6 milioni di rapporti di lavoro rappresentano quasi un quinto del totale in Italia (il 18,2%). Tra questi contratti, circa mezzo milione è di apprendistato, mentre 2,8 milioni sono per qualifica operaio.

Si parla di circa tre milioni di persone che, se la legge venisse approvata e nessuno potesse essere pagato meno di 9 euro lordi all'ora, avrebbero in media un aumento dello stipendio pari a 804 euro all'anno, un +14,6%. Nel complesso, i salari crescerebbero quindi di 2,8 miliardi di euro annuali.

A beneficiarne sarebbero quei contratti che rientrano nel settore delle altre attività di servizi. Qui, l'aumento in media per le persone interessate sarebbe del 20,2%. Ma ci sarebbero salti importanti anche nelle attività di noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto alle imprese, con un +14,3% per chi oggi prende meno di 9 euro l'ora. Considerando tutti i lavoratori che prendono tra 13.550 e 18mila euro all'anno, avrebbero un aumento di stipendio 389mila persone. La metà di queste (il 53%) avrebbe un incremento superiore ai 1500 euro all'anno.

Avrebbero poi forti vantaggi coloro che hanno un contratto di apprendistato (+21,8% per gli interessati). Per gli under 30 che sono al di sotto della soglia minima, in media ci sarebbe un incremento del 18%. E oltre al divario di generazione, si restringerebbe anche quello territoriale: chi lavora nel Sud e nelle Isole ed è interessato dalla riforma avrebbe un beneficio rispettivamente del 16,7% e del 15,1%. In più, anche tra le donne lavoratrici c'è un'alta percentuale di contratti con bassa retribuzione: uno su cinque è al di sotto dei 9 euro all'ora.

L'Istat ha anche analizzato il caso in cui la soglia fosse più in alto, a 10 euro l'ora come minimo. I rapporti di lavoro interessati sarebbero poco più di 6 milioni, il 30,6% del totale, e l'aumento sarebbe di circa 1.069 euro all'anno, in media il 18,3% per i 5,2 milioni di lavoratori interessati. Non stupisce che, anche in questa simulazione, i vantaggi maggiori andrebbero agli under 30 e a chi lavora nel Sud e nelle Isole.

I dati sono arrivati oggi, giornata in cui l'Ocse ha pubblicato il suo rapporto sulle Prospettive sull'occupazione. Il direttore per l'impiego, il lavoro e gli affari sociali dell'Ocse, Stefano Scarpetta, ha sottolineato all'Ansa che in Italia "a fine 2022 i salari reali erano calati del 7% rispetto al periodo pre-Covid" e che pesa "l'assenza di un salario minimo", che è presente in 30 Paesi Ocse su 38.

117 CONDIVISIONI
87 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views