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Rutelli striglia la politica: “Ci muoviamo come sonnambuli di fronte all’enorme sfida del clima”

Per raggiungere i livelli di riduzione delle emissioni inquinanti, previsti dagli accordi di Parigi servirebbe uno sforzo collettivo enorme, che metta il tema del clima al primo posto delle agende politiche mondiali. Invece, anche di fronte a possibili catastrofi ormai imminenti, continuiamo a muoverci lentamente e senza obiettivi chiari. È l’accusa di Francesco Rutelli, che nel suo ultimo saggio denuncia le verità scomode sul cambiamento climatico.
A cura di Marco Billeci
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Nel 2006, il documentario dell’ex vicepresidente Usa Al Gore “An Inconvenient Truth” portava nel dibattito politico il tema del riscaldamento globale. Quindici anni dopo, le questioni ambientali sono ormai entrate a pieno titolo nelle agende dei governi. Eppure molte “verità scomode” riguardo al cambiamento climatico rimangono ancora ignorate dalla politica e dall’opinione pubblica. Sette di queste sono individuate da Francesco Rutelli nel suo documento “Clima: inizia una rivoluzione verde”, presentato alla stampa dall’ex ministro e sindaco di Roma (Il testo integrale è alla fine dell'articolo).

Rutelli denuncia: “Ci muoviamo come sonnambuli di fronte a un problema che invece è gigantesco”. L’ex primo cittadino della capitale ricorda come molti governi, compreso quello di Draghi in Italia, abbiano ottenuto la fiducia promettendo una “rivoluzione verde”. Quello di cui però non c’è la necessaria consapevolezza, dice l’ex primo cittadino, è la misura degli sforzi necessari a realizzare gli obiettivi che ci siamo dati, a partire da quelli degli Accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni.

Rutelli fa alcuni esempi: “In futuro l’aviazione dovrà passare ai carburanti bio, le grandi navi andranno a idrogeno o ad ammoniaca”. E ancora: "Oggi abbiamo un milione di colonnine per ricaricare auto elettriche, da qui a nove anni dobbiamo arrivare a 40 milioni”. Queste e molte altre misure sull'uso delle rinnovabili, cattura delle emissioni nocive e riduzione delle fonti fossili sono contenute in un recente rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, considerato da Rutelli una chiave efficace per capire le dimensioni della sfida.

L’ex ministro spiega che questa sua uscita pubblica non è estemporanea, né tantomeno prelude a un suo rientro nell’arena politica. Al contrario, Rutelli rivendica di essere stato un pioniere sui temi dell’ambiente in Italia, dai suoi primi ruoli di partito con i Radicali e i Verdi, fino alla fondazione del Centro per un Futuro Sostenibile e alla recente nomina a presidente della società benefit  “Environmental, Social, Governance, Reputation”.

Le verità scomode sul cambiamento climatico

Sono molte, come detto, le “verità scomode” descritte nel saggio. Tra le altre, si sottolinea come molti dei cambiamenti climatici siano ormai irreversibili e ci sia quindi necessità di una strategia di adattamento. Si evidenziano gli ostacoli creati dalle differenze di strategie e dalla competizione tra Stati. Ancora, si rimarca l’importanza di investire nella ricerca, per arrivare alla scoperta di tecnologie in grado di imprimere una svolta decisiva nella lotta al cambiamento climatico, un po’ come è stato con i vaccini per la pandemia.

Il focus del documento, però, è concentrato soprattutto su due punti. Il primo è il deficit di attenzione dedicato alla questione dalle élite politiche ed economiche. In questo senso, non mancano i richiami anche al governo italiano. “È stato calcolato che continuando così, in Italia ci saranno cinque gradi in più a fine secolo – avverte Rutelli -, questo non è ammissibile. Anche il nostro Paese deve avere una sua roadmap per invertire la rotta". In questo senso, l'ex ministro si augura che l’agenda per il clima sia presa in mano dal presidente del Consiglio, “perché è la priorità di tutto il governo, non solo di un ministro”.

L’altro tema centrale affrontato nel saggio è come convincere le persone a condividere gli obiettivi della rivoluzione verde, per evitare un effetto simile a quello dei gilet gialli, che in Francia sono scesi in massa in piazza contro l’aumento delle tasse sui carburanti inquinanti. La risposta, secondo Rutelli, si articola in due parti. La prima è spiegare con il massimo del realismo quanto è grave l’emergenza. L’altra è declinare questi processi in senso positivo, presentando non solo i costi ma soprattutto i benefici: investimenti, formazione, riconversione industriale. Soprattutto, dice Rutelli, bisogna quantificare e rendere chiaro quanti nuovi posti di lavoro saranno creati grazie alla rivoluzione verde. Solo in questo modo, è la conclusione, si otterrà quel consenso dei cittadini necessario per arrivare a una vera svolta.

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