video suggerito
video suggerito

Riforme, c’è l’accordo con la minoranza PD: intesa sulla ‘scelta’ dei senatori

Il via libera da parte di Bersani & c. dopo l’apertura di Renzi sul comma 5 dell’articolo 2 per garantire un ruolo determinante ai cittadini nella scelta dei senatori.
A cura di Biagio Chiariello
288 CONDIVISIONI
Immagine

Ore 12:00 – Miguel Gotor, uno dei senatori della minoranza, conferma con una nota che l'intesa è stata raggiunta: "In queste ore abbiamo raggiunto un risultato significativo perché viene riconosciuto il principio che gli elettori scelgono i loro rappresentanti e i consigli regionali dovranno esprimersi in conformità con questa volontà. È una buona notizia anzitutto per i cittadini e per il Pd, la cui unità lo rende più forte e competitivo. In questi mesi hanno volato alto falchi e falchetti desiderosi di seminare discordia e rottura: che oggi abbiano le ali bagnate è ulteriore motivo di soddisfazione".

L’accordo nel Pd e nella maggioranza sulla riforma del Senato sembra davvero molto vicino. L'intesa, hanno fatto sapere nella serata di ieri alcune fonti vicine ai dissidenti interni del partito del premier. riguarderebbe le modifiche da apportare al comma 5 dell'articolo 2 del ddl Boschi, ovvero quello relativo alle modalità  di elezione dei senatori. Entro oggi dovrebbero essere presentati tre emendamenti dalla presidente della prima commissione Anna Finocchiaro come “garante” del patto. In particolare ci sarebbe stato l’apprezzamento per l’apertura in direzione da parte del segretario Matteo Renzi sul suddetto comma 5, quello che regola la durata del mandato e che è al centro delle polemiche politiche per l’inserimento in Costituzione del principio della ‘scelta’ da parte degli elettori dei futuri senatori.

 "Il clima era buono" e, "come lo ero all'inizio, anche ora sono fiducioso" ha detto il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti. "Ci sono ancora dei punti ‘tecnico-politici’ da approfondire. Domani mattina faremo le verifiche e si decide". Ad ogni modo il via libera arrivo dopo i segnali distensivi da parte dell’ex segretario Pier Luigi Bersani. “Leggo alcune cose sui giornali e voglio dire: smettiamola con i giochini da bambino, fare a ‘chi vince e chi perde' mi pare un po’ infantile. Se, come pare, la formula costituzionale usata sarà nella  sostanza usata quella secondo cui scelgono gli elettori e il consiglio regionale ratifica, o prende atto, noi avremo un Senato elettivo. Quello che io e altri chiediamo da mesi", aggiunge Bersani. "Se sarà così bisognerà vederlo perchè voglio credere che, dopo il passaggio di ieri, sarà il gruppo del Senato" a dover lavorare.

A convincere la minoranza dem è stata decisione di cambiare la parola ‘designati’ con la parola ‘scelti’. In riferimento appunto all’articolo 2. Dunque i futuri senatori saranno ‘scelti’ dagli elettori – che così avranno davvero più potere ad ogni tornata elettorale – nell’ambito dell’elezione dei Consigli regionali: sarà poi la legge ordinaria a disciplinare nei dettagli le modalità (listino o preferenza diretta). Le altre due modifiche condivise riguardano il ritorno della funzione di raccordo tra la Ue e lo Stato e l’elezione autonoma invece che in seduta comune da parte del nuovo Senato di 2 dei 5 giudici costituzionali.

288 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views