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Rider, a Palermo sentenza storica: “Glovo deve assumere fattorino come lavoratore dipendente”

Il tribunale di Palermo ha stabilito che Glovo deve assumere un suo rider come lavoratore dipendente, a tempo pieno e indeterminato, applicando i minimi salariali previsti dal contratto collettivo del terziario. Si tratta di una sentenza storica, la prima che impone a un’azienda del food delivery di assumere un fattorino.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una sentenza storica. Con la quale, per la prima volta, un tribunale obbliga un’azienda del food delivery ad assumere un rider come dipendente, a tempo pieno a indeterminato. La sentenza è stata emessa a Palermo e riguarda Glovo, che dovrà quindi assumere questo lavoratore come dipendente, pagandolo con uno stipendio e non a cottimo, come avveniva finora. Non solo, perché Glovo dovrà applicare i minimi salariali previsti dal contratto collettivo del terziario, garantendo così uno stipendio fisso inquadrato a livello nazionale per il lavoratore che ha fatto causa. La storica sentenza del tribunale di Palermo è la prima in Italia che impone alle piattaforme come Glovo di riconoscere il rapporto di subordinazione al rider.

Il contratto per i rider

A seguire la causa e a rivendicare il successo è la Nidil Cgil di Palermo. Quest’anno, inoltre, c’era già stata una decisione che sembrava andare, in parte, verso questa decisione: la Cassazione aveva stabilito che i rider debbano essere inquadrati sì come lavoratori autonomi, ma avendo diritto alle tutele previste per i dipendenti, a partire dalla retribuzione. Con la sentenza di oggi si fa un ulteriore passo avanti, arrivando a un contratto di lavoro dipendente a tutti gli effetti. La sentenza, inoltre, arriva nel momento in cui le trattative al ministero del Lavoro sul contratto nazionale per i rider sono in stallo, dopo la bocciatura dell’accordo firmato da Assodelivery e Ugl, da cui anche Just Eat si è smarcata, annunciando che assumerà i fattorini come dipendenti.

La storia del rider di Palermo e la sentenza

Il fattorino ha iniziato a collaborare con Glovo a fine 2018, svolgendo un lavoro di circa 10 ore al giorno, pagato a consegna. Lo stesso lavoratore, poi, è diventato sindacalista con Nidil. A marzo, in seguito ad alcune sue dichiarazioni, era stato allontanato con la disconnessione dalla piattaforma, di fatto corrispondente a un licenziamento, non potendo più accettare ordini. Quindi il fattorino ha presentato ricorso al tribunale di Palermo. Dopo la partenza della causa, l’azienda l’ha ri-connesso al sistema, permettendogli così di riprendere a lavorare.

Si arriva così a fine ottobre, quando la giudice ha proposto a Glovo di assumere il rider come dipendente per chiudere la causa. L’azienda, però, non ha accolto la richieste e si è così arrivati a questa sentenza. Secondo cui tra il fattorino e Glovo “intercorre un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato da inquadrare nel sesto livello del ccnl terziario distribuzione e servizi”. La società è quindi costretta a reintegrare il lavoratore ed è anche stata condannata a pagare 13mila euro a titolo di differenze retributive.

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