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Covid 19

Riapre la scuola, sindacati: “Protocolli di sicurezza non sono aggiornati, insegnanti senza vaccini”

La scuola riparte al 100% in presenza dal 26 aprile, ma i sindacati chiedono al ministero certezze. L’incontro che si è svolto questa mattina al ministero dell’Istruzione è stato giudicato “inconcludente” dalla Gilda degli Insegnanti. Il coordinatore nazionale Rino Di Meglio a Fanpage.it: “Il problema non è solo la sicurezza degli insegnanti, ma soprattutto quella degli studenti. Perché la verità è che non riusciamo ad avere nemmeno i dati sui contagi a scuola”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Gilda degli Insegnanti si è detta insoddisfatta dopo la riunione di oggi tra sindacati e ministero dell'Istruzione sul Protocollo di sicurezza per la ripresa delle attività scolastiche e per lo svolgimento degli esami di Stato 2020/21. Il problema riguarda il ritorno della scuola in presenza al 100% dal 26 aprile, in un contesto in cui i contagi continuano a preoccupare. I sindacati su questo punto sono abbastanza allineati nel sottolineare la mancanza di provvedimenti ad hoc, che consentano un ritorno in classe per tutti in sicurezza. Manca un tracciamento adeguato, non ci sono test salivari, mentre organico e spazi scolastici sono giudicati ancora insufficienti.

In particolare secondo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, questa decisione del governo non è altro che una scelta politica. Di Meglio, contattato da Fanpage.it, ha fatto sapere che l’Amministrazione, tramite il dottor Versari, del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, ha ribadito che in mancanza di una richiesta di modifica da parte del Comitato Tecnico Scientifico, resteranno in vigore i protocolli dell'anno scorso.

Il protocollo sulla sicurezza attualmente in vigore tra l'altro non è stato nemmeno firmato dalla Gilda, perché già nel 2020 è stato ritenuto carente. "Ci lascia perplessi il distanziamento di un metro fra le rime buccali degli alunni, avevamo chiesto la misurazione della temperatura fatta non a casa ma attraverso un termoscanner all'ingresso degli istituti scolastici. Il protocollo poi prevede una serie di tavoli a livello regionale che non sono mai stati convocati", ha denunciato Di Meglio a Fanpage.it. "Abbiamo anche chiesto al ministero di fornire a tutto il personale scolastico mascherine FFP2. All'inizio della pandemia molte cose non si sapevano, poi abbiamo capito qualcosa in più. Abbiamo imparato per esempio che le mascherine chirurgiche non sono sufficienti, che i locali devono essere aerati. Il problema non è solo la sicurezza degli insegnanti, ma soprattutto quella degli studenti. Perché la verità è che non riusciamo ad avere nemmeno i dati sui contagi a scuola".

Serve pertanto un nuovo protocollo, che possa essere utilizzabile sul medio periodo. Ma soprattutto, spiega la Gilda, bisogna puntare su una riduzione del numero massimo di studenti per classe, misura che andrebbe di pari passo con un ampliamento degli organici. Dal ministero però hanno fatto sapere che rimane lo stanziamento già previsto per l'organico in emergenza Covid, e cioè un miliardo e 700 milioni. "Con queste risorse si riescono a piazzare al massimo uno o due insegnanti in più per ogni istituto scolastico. Noi in Italia abbiamo quasi 40mila plessi scolastici in Italia", ha spiegato Di Meglio.

Le Regioni poi stanno procedendo ancora una volta in ordine sparso. Alcuni governatori per esempio hanno delegato totalmente la decisione di mandare o meno i ragazzi a scuola alle famiglie, come è avvenuto in Puglia o in Friuli-Venezia Giulia. Uno dei tanti effetti della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha indebolito il ruolo di coordinamento centrale dello Stato e del ministero.

"400mila insegnanti non vaccinati"

Una delle criticità sottolineate dalla Gilda è l'attuale piano vaccinale, che per il momento ha sospeso la vaccinazione prioritaria alla categoria degli insegnanti. Secondo un'ordinanza del Commissario Figliuolo la vaccinazione deve procedere dando la precedenza agli over 80, alle persone fragili e a eventuali familiari conviventi e caregiver, ai soggetti della fascia tra i 70 e i 79 anni, e poi a seguire a quelli di età compresa tra i 60 e i 69 anni. "Il generale Figliuolo ci ha spiegato che le statistiche dicono che la maggior parte dei decessi avvengono in quelle fasce d'età. Da cittadino capisco l'esigenza di salvare vite, però se si chiede alla scuola di tornare in presenza perché si lasciano senza vaccini 400mila insegnanti?".

Il sindacato ha denunciato poi la scarsa chiarezza nei dati sulle immunizzazioni comunicati dal governo: in alcuni documenti si fa riferimento al 75% di vaccinati, senza definire la composizione territoriale e per grado di scuola; è circolato anche un altro dato, 1 milione e 400mila vaccinati, che però è un numero ben più elevato del personale complessivo della scuola statale: "Io credo che abbiano incluso alla voce istruzione abbiano anche il personale delle scuole private. Sono dati complessivi che arrivano dalle Regioni, che a loro volta hanno vaccinato di tutto", ha precisato Di Meglio.

Il problema dei trasporti

Secondo la Gilda manca ancora un ruolo chiaro delle prefetture nel campo degli interventi di prevenzione sanitaria scolastica. La competenza dei Prefetti sulla questione trasporti per esempio non ha prodotto effetti sul servizio pubblico urbano a livello nazionale: "Ad esempio in Puglia ci sono state segnalazioni di una gestione fallimentare dei trasporti. Neanche su questo stamattina abbiamo avuto risposte al ministero – ha detto Di Meglio – D'altra parte è stato lo stesso presidente del Consiglio Draghi a parlare di rischio ‘ragionato' per le riaperture. Così il ministero si è limitato a spostare la responsabilità di qualsiasi scelta su Parlamento, CTS e Ministero della Salute".

Gli esami di Stato

"Non abbiamo fatto i conti con i richiami. Visti i tempi che intercorrono tra la prima e la seconda dose, e considerato che più o meno la metà dei vaccinati trascorrono i due giorni successivi all'inoculazione del siero anti Covid a casa con la febbre o altri tipi di malessere, il rischio di assenze per gli esami di Stato c'è. Potremmo avere commissioni ballerine, se il richiamo coincide con i giorni d'esame". Per questo la richiesta è di rivedere parzialmente il precedente protocollo garantendo ai commissari le necessarie vaccinazioni e i richiami prima dell’inizio delle attività d’esame.

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