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Renzi: “Un centrosinistra senza il Pd è destinato alla sconfitta”

Intervenendo a Italia 2020, l’assemblea dei circoli del Pd a Milano, il segretario Matteo Renzi si lancia in un velato affondo contro i federatori del centrosinistra: “Fuori dal Pd non c’è la rivoluzione marxista-leninista, c’è il M5s. Chi immagina di fare il centrosinistra senza il Pd vince il Nobel della fantasia”.
A cura di Charlotte Matteini
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Durante l'assemblea dei circoli del Pd a Milano, Matteo Renzi lancia numerose stilettate verso i federatori che mirano a costituire un centrosinistra, o meglio una coalizione di sinistra, alternativa a quella attuale: "Noi non parleremo di coalizioni, siamo qui a parlare di tutt'altro. Perché pensiamo che la politica sia una cosa seria. Solo due mesi fa. Due milioni di persone che votassero non se li aspettava nessuno. Nemmeno io. C'era anche il ponte. Nel Pd chi comanda non è il segretario, è la gente. Io rispondo ai cittadini, non ai capicorrente. Si sono fatte le primarie perché sono un esercizio democratico. E quando la democrazia parla si fa quello che dice la gente. Qualcuno dice: tu, Matteo devi essere più inclusivo. Ma essere inclusivo non vuol dire che devo decidere le candidature dei prossimi mesi offrendone un tot a te e un tot all'altro. È andare nei circoli. Dopo le primarie i sondaggi sono andati bene. Troppo bene, allora è partita la discussione interna. Non è un problema, figurarsi, ho passato i premi mesi del 2017 a cercare di capire chi fabbricava prove false contro di me e la mia famiglia. Ma questa discussione è un attacco contro il Pd, che è l'unica barriera contro i populisti. E io difendo questa comunità di donne e uomini. Fuori dal Pd non c'è la rivoluzione marxista-leninista, c'è il M5s. Chi immagina di fare il centrosinistra senza il Pd vince il Nobel della fantasia".

Analizzando i risultati delle ultime amministrative, che hanno visto il Pd crollare in numerose storiche roccaforti come Pistoia, Genova e L'Aquila, Renzi sostiene sia "impossibile fare a livello nazionale un'analisi seria del voto, perché è sempre la stessa storia. A Padova ha vinto Giordani, il Pd è stato bravo ma hanno vinto le donne e le uomini che tre anni prima avevano perso. A Padova, nel 2014, avevamo preso 20mila voti alle amministrative e 45mila alle europee. A Palermo, come percentuale, il risultato è più o meno quello di Torino dello scorso anno. Ma a Torino abbiamo perso, perché la legge elettorale è diversa. Vogliamo stare ancora a discutere delle amministrative? Senza il Pd non avrebbe vinto Sala, né avrebbe vinto Pisapia, senza il Pd a sinistra non vince nessuno".

"Tre anni fa, quando l'Italia era in fondo alle graduatorie, i media dicevano che avrebbe fatto la fine della Grecia. L'occupazione aveva il segno meno, come il Pil. I grafici ci vedevano agli ultimi posti tra i Paesi industrializzati. Expo sembrava una sfida impossibile. Investire sulla cultura sembrava impossibile. La parola d'ordine era austerità e fiscal compact. Questo tre anni fa, quando non io ma noi insieme abbiamo preso per mano questo Paese. Oggi il Pil cresce più delle previsioni del Fmi. L'occupazione ha il segno più. Da qui a fine legislatura potremmo arrivare al milione di posti di lavoro in più, sostiene Matteo Renzi.

In merito alla questione migranti, Matteo Renzi si scaglia contro l'Unione europea: "C'è un'enorme problema con l'Europa, che ha perso il senso della propria vocazione. Ci hanno dato dei confusionari perché abbiamo battuto i pugni sul tavolo. In questo momento si ricordano Simone Veil ed Helmut Kohl. Dobbiamo distruggere un mondo di pregiudizi. Ha ragione Minniti quando dice che l'Europa non può far finta di niente sull'emergenza migranti. Dirò di più: a chi non rispetta le regole sui migranti, a quei Paesi che non accolgono la loro quota, noi smettiamo di mettere 20 miliardi nel bilancio europeo, soldi di cui si avvalgono proprio loro, e li mettiamo sulla gestione dei migranti. Quello che dovremo fare nella prossima legislatura sarà ancora di più, tutti insieme. E che l'Europa torni a Maastricht, a Lisbona e a Ventotene. Essere un buon europeo non vuol dire andare a prendere ordini".

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