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Renzi: “Mai detto che se perdo le primarie me ne vado. Non mollerò mai”

L’ex presidente del Consiglio, in un’intervista concessa a Panorama, ha promesso che in caso di sconfitta alle primarie del Partito Democratico abbandonerà la politica. Renzi però ha prontamente smentito l’affermazione, sostenendo di non aver mai pronunciato quelle parole e di non aver mai pensato di mollare.
A cura di Charlotte Matteini
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UPDATE "Con tutta l’amicizia per Andrea Marcenaro, non ho mai detto ciò che Panorama ha riportato. Non l’ho detto e stavolta non l’ho nemmeno pensato. Gli ho spiegato a pranzo per un’ora perché non ho mollato e a questo punto non mollerò mai". Con questa breve nota, l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi ha smentito la dichiarazione diffusa da Panorama, sostenendo di non aver mai promesso né pensato di mollare in caso di sconfitta alle primarie.

A stretto giro è giunta anche la replica del giornalista di Panorama, Andrea Marcenaro: "Con tutta l’amicizia per il presidente Renzi, ho riportato pianamente il colloquio: «Questa volta sarei tornato alla politica solo con i voti». Senza voti niente impegno politico? «Mi pare evidente». A me pareva scontato. Non vedo dove sia la notizia, né lo scandalo".

In caso di sconfitta alle primarie del Partito Democratico, che si svolgeranno il prossimo 30 aprile, Matteo Renzi ha dichiarato che abbandonerà davvero la politica. L'ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd, in un'intervista concessa a Panorama, ha spiegato che in caso di vittoria di uno degli sfidanti alla segreteria di Partito, Michele Emiliano o Andrea Orlando, uscirà di scena. "Le primarie? Restano un forte messaggio per certificare il consenso di un leader. Sarei per farle a livello europeo. Se perdo mi pare evidente che stavolta me ne andrò davvero", rivendicando inoltre che in seguito al fallimento del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre è ripartito da zero, abbandonando ruoli di primo piano: "Nessuna poltrona, nessun ruolo che fosse la fiducia data a me e che non mi sentissi in grado di ripagare".

Nel corso dell'intervista, anticipata dal settimanale Panorama, Renzi ha inoltre parlato del caso Consip, che ha coinvolto il padre Tiziano in qualità di indagato per traffico di influenze, e sottolineato di essere il primo a volere la verità sulla vicenda. "Che lo si segua da vicino in tutti il suo iter. Voglio la verità. Nessuno insabbi. E vedrete come andrà a finire". Proseguendo, l'ex presidente del Consiglio ha inoltre sostenuto di fidarsi di Gentiloni, subentrato alla presidenza del Consiglio dopo le dimissioni presentate da Renzi in seguito alla sconfitta del 4 dicembre.  "Tanti giornali e tanti professori ce l’hanno con me? Contano zero, sono i voti che contano", ha commentato Matteo Renzi rispondendo a una domanda relative alle molteplici critiche ricevute nel corso degli anni. Infine, Matteo Renzi non ha risparmiato una stoccata all'Europa: "Con la Merkel ho discusso. La flessibilità, con buona pace di Mario Monti, non ce l’hanno regalata, ce la siamo presa con fatica, e con quella per la prima volta la sinistra ha abbassato le tasse".

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