Renzi contestato: “Siete ladri”. Lui replica: “Avete rubato lo dice a sua sorella”

Piccola contestazione per il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, nel corso del suo intervento alla Festa de L'Unità di Bologna. Come racconta La Nuova Ferrara, infatti, a un certo punto la ferrarese Giovanna Mazzoni, militante dell’associazione “No Salvabanche”, "ha iniziato a urlare, mostrando il vessillo dei “No Salvabanche”, a nome dei «130mila risparmiatori» che a Ferrara e nel Veneto, «chiedono i loro soldi indietro»". La donna ha sostanzialmente dato dei ladri ai politici del PD, accusando: "Noi non abbiamo rubato, voi avete rubato".
Immediata la replica di Renzi, con un botta e risposta raccolto dai giornalisti presenti:
«Signora, lei “voi avete rubato” lo dice a sua sorella. Si sieda per cortesia». Ma la militante del “No Salvabanche” ha proseguito: «Vogliamo i nostri soldi indietro, siamo un milione». «Di posti di lavoro no», l’ha rimbeccata scherzosamente Renzi richiamando la citatissima promessa elettorale dell’ex premier Berlusconi.
Renzi è tornato oggi sulla questione, rilanciando sul suo profilo Facebook un post del suo collaboratore Luigi Marattin, in cui, tra le altre cose, si legge:
Figuriamoci. A coloro i quali hanno perso anni dietro al "carattere di Renzi" e che sono pronti a uscire da un partito per il colore poco ortodosso dei suoi calzini, non pare vero.
" ‘Avete rubato' lo dice a sua sorella", ha osato dire il segretario Pd ad una povera, innocente e indifesa vecchietta (c'è chi comincia a giurare di averla vista anche raccogliere fiori e aiutare i malati, prima di entrare a contestare).E via ai "catoni solenni e penosi" (cit., vediamo chi si ricorda di chi era!) del "politically correct": "Renzi è un maleducato", "un arrogante", "non si può permettere di rispondere così". Entro la mattinata, vedrete, avremo anche un diretto collegamento con la deriva autoritaria, la Buona Scuola e il Jobs Act.
Anch'io penso che Renzi non abbia fatto bene a rispondere in quel modo. Ha fatto, invece, benissimo. Perché?
La politica è confronto continuo, ascolto di tutti (a cui segue però una decisione da parte chi ne ha la responsabilità) e rispetto delle ragioni del prossimo. Ma questo non può che avvenire all'interno di un perimetro (largo ma non infinito) di civiltà e democrazia.
La signora in questione non è venuta – anche con la veemenza che sarebbe stata comprensibile – a porre le sue ragioni e ad esprimere la sua opinione, qualunque essa fosse.
È venuta a dire a Renzi che è un ladro.[…] E ben venga un politico che, anche su questo, ha il coraggio di non allinearsi alla lagna conformista e ipocrita del "politically correct a tutti i costi" e risponde a tono – pur invitandola a rimanere e a proseguire il dibattito con toni civili – ad una signora incivile e maleducata. Ben venga chi, se accusato di essere un ladro, risponde "a sor't". Perché l'accusa di rubare non è l'accusa di essere tifoso fiorentino: è un marchio di vergogna perenne, è l'ultimo stadio della degenerazione, è violenza senza precedenti. "A sor' t, signo'".